Le variabili che entrano in gioco nello valutazione di un vino appena imbottigliato sono numerose e riguardano il rapporto con la “solforosa”, l’integrazione con il rovere, se utilizzato, le variazioni climatiche stagionali, le fasi lunari e quant’altro; nel complesso, con la micro-ossidazione e l’adattamento del vino al contenitore in vetro, si creano nuovi equilibri dando vita a quella che, in sintesi, viene definita “evoluzione in bottiglia”.
Nel corso del primo anno si concentrano quindi i cambiamenti più significativi e avere la possibilità di assaggiare alla fine dell’estate, quando i vari processi di assestamento si sono maggiormente stabilizzati, consente di testare i vini in una fase decisamente più espressiva. Come fortunatamente è successo, anche quest’anno, con la Vernaccia di San Gimignano.
La degustazione ha preso in esame l’annata 2017 per la Vernaccia di “base” e la 2016, e in parte la 2015, per Riserve e Selezioni.
L’arida annata 2017 per la Vernaccia, varietà non certo catalogabile come spiccatamente acida, è stata indubbiamente un ostacolo complicato da superare ma alla resa dei conti le note positive non sono mancate. Le difficoltà sono sintetizzabili nella ricerca di un equilibrio accettabile dato che una vendemmia anticipata avrebbe concesso più freschezza a scapito però della consistenza e della complessità, mentre un effetto sostanzialmente opposto sarebbe stato ricavato da una raccolta posticipata, disturbata oltretutto dalle violente piogge arrivate nel momento cruciale. Insomma, la solita, classica coperta corta che non ha permesso di registrare exploit individuali di particolare rilievo; in compenso, e sorprendentemente, la quasi totalità dei vini assaggiati si è dimostrata piacevole e ben fatta e solo dieci anni fa sarebbe stato impensabile avere un risultato d’insieme così compatto e soddisfacente con la versione “base”.
Con queste premesse si può confidare che le future Riserve e Selezioni 2017 possano promettere più di una piacevole sorpresa, ma dubito assai che possano raggiungere risultati pari all’eccellente millesimo 2016 che, con le stesse tipologie, ha proposto vini freschi, contrastati, dinamici, dotati di una precisione nei dettagli e di tratti di eleganza raramente riscontrati così diffusamente in questa storica denominazione.