Selezioni 2024, i migliori assaggi: FONTODI

L’azienda dell’acclamato presidente del Consorzio del Chianti Classico, Giovanni Manetti, quest’anno ha calato un tris d’assi impressionante. Tra essi non poteva mancare certamente il Flaccianello della Pieve, in una versione, la 2021, che potrà lasciare il segno a lungo ma che non è catalogabile come una sorpresa. La competizione, per così dire, si è quindi ristretta al Pastrolo e al Terrazze San Leolino, due Chianti Classico Gran Selezione provenienti rispettivamente dai vigneti di Lamole e di Panzano. Dovendo scegliere ho puntato sull’estrema finezza tannica del “Panzanese”, ma si tratta di sfumature, quel che conta realmente è il consolidamento delle prospettive qualitative dell’insieme dei vini della storica azienda di Fontodi.

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Selezioni 2024, i migliori assaggi: RICASOLI

Va riconosciuto alla tenuta del Barone Ricasoli di essere state una delle prime aziende a puntare con decisione sulla valorizzazione dei cru di Sangiovese (etichettati come Gran Selezione) e l’esordio iniziale del Colledilà è stato poi seguito con successo dal Ceniprimo e dal Roncicone, due vini derivanti dai vigneti omonimi dalle caratteristiche ben diverse tra loro ma accomunati da una qualità costantemente elevata. Anche l’annata 2021 non ha deluso e in particolare ha segnato l’affermazione di una splendida versione del Roncicone, dopo che nelle ultime uscite era stato il Colledilà – comunque ottimo – a capeggiare la gerarchia aziendale.

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Selezioni 2024, i migliori assaggi: RIECINE

Scovare un vino da indicare nella ricca platea di etichette di pregio proposta anche quest’anno – e forse anche più del consueto – da Riecine, è un compito davvero improbo. Tra La Gioia 2020, la Riserva 2021, la Gran Selezione Vigna Gittori e il “semplice” Chianti Classico 2022, è davvero arduo individuare un vino non da eleggere ma da relegare in secondo piano. Tuttavia il Riecine di Riecine 2021 si è mostrato davvero irresistibile, è addirittura uno dei migliori assaggi dell’anno e si merita ampiamente il gradino più alto del podio. Il plauso va comunque indirizzato all’intera azienda di Gaiole che, dopo una fase incerta, sembra aver trovato anche un assetto societario stabile e promettente per il futuro.

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Selezioni 2024, i migliori assaggi: ISTINE

La scelta lungimirante di Istine nel puntare sulla forza espressiva dei singoli cru di Sangiovese, imbottigliati per svariati anni come “semplici” Chianti Classico, non poteva che sfociare nell’approdo alla tipologia della Gran Selezione. La maturità dei vigneti e l’indubbio successo della tipologia hanno suggerito evidentemente questo passaggio che ha fatto scivolare di un anno l’uscita dei 2021 ma che è maggiormente rispondente alle esigenze del mercato e alle giuste ambizioni della proprietà. Sul piano strettamente qualitativo, il cambio di definizione non ha provocato nell’immediato variazioni significative, anche in considerazione del livello elevato già raggiunto in precedenza. È possibile, e anche probabile, che il periodo più lungo e completo di affinamento dei vini, mostri in maggiore misura i suoi effetti positivi con il passare del tempo, anche se già al momento l’annata 2021 ha pienamente risposto alle attese. Tuttavia, giusto per non essere a mia volta troppo prevedibile, il vino che eleggo a “coup de coeur” aziendale non è uno dei cru (Vigna Istine, Vigna Casanova dell’Aia e Vigna Cavarchione) ma il Chianti Classico Riserva LeVigne 2020 in una delle versioni più riuscite e convincenti di sempre.

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Selezioni 2024, i migliori assaggi: TERRENO

La Gran Selezione ASofia si conferma come il Chianti Classico più “talentuoso” di Terreno, azienda situata nel Comune di Greve in Chianti, anche in un’annata meno quotata come la 2020. Rispetto alle versioni dei precedenti millesimi ha compensato con un apprezzabilissimo surplus di freschezza ed eleganza di beva quello che poteva essere, almeno in teoria, un deficit strutturale: un adeguamento stilistico riuscito e convincente.

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