Dicembre 2016 – El Desafio de Jonata

Paolo Valdastri e…la California.

IL CUGINO DI SCREAMING EAGLE: EL DESAFIO DE JONATA, UNA SFIDA VINTA ALLA GRANDE

Screaming Eagle, chi era costui? Per chi non fosse addentro ai vini californiani, basta dire che la quotazione media di una bottiglia è sui 1.200 $. Non è mia abitudine attribuire al prezzo la qualità, ma in questo caso può bastare. Un’icona della Napa Valley.

Ma qui parliamo di Jonata. Ho ordinato una bottiglia del Desafìo al Prima di Nashville, qualche tempo fa, su consiglio di Angelo Ferrante, allora responsabile di sala di questo mega-ristorante appena inaugurato nel Gulch.

Seduti sotto una colossale installazione luminosa di Bruce Munro, in attesa di un petto d’anatra affumicato dell’Hudson Valley dello chef Salvador Avila, dobbiamo ordinare il vino. Il discorso va sui grandi californiani ed esce il nome di un vino virtuale (per le mie tasche) come Screaming Eagle. “Ma vale la pena spendere quelle cifre per un californiano?” chiedo ad Angelo. “C’è una novità”, ribatte, “puoi farti un’idea con uno stretto parente, El Desafio de Jonata. Il proprietario è anche azionista di Screaming Eagle. Sentirai che roba!”. Mi voglio fidare, ma penso che rimpiangerò i 140 dollari necessari per la bottiglia, e che li rimpiangerò dopo il primo sorso immaginandolo pieno di estratti frutttati pesanti, farcito di rovere stucchevole.

Invece di stucco resto io, proprio dopo il primo sorso: già il naso intenso e profondissimo parla di erbe mentolate, di bacche selvatiche e sentori balsamici, di frutti di bosco, di terra bagnata, di speziatura fine e incenso. Il palato conferma tutto a partire dalla grande freschezza nell’attacco, con una continuità di sapore che ti accompagna con piccoli frutti neri freschi ed erbe aromatiche su una trama tannica vellutata, finissima e dolce. Sensazioni che si stratificano e si distendono in un continuo di grande piacevolezza. Il finale è lungo e ti lascia con la voglia di un immediato secondo sorso. Un vino goloso, pieno ma elegante e perfettamente bilanciato. Già, proprio dalla California. Il pensiero corre a Bolgheri: il confronto globale si fa duro. Non penso a Bordeaux perché lo stile del vino non è quello più sottile e raffinato di una viticoltura da clima freddo, ma piuttosto quello di una zona calda come Santa Ynez e come lo è appunto la costa Toscana. L’eleganza e la piacevolezza sono di grandissima razza, qualità che non sempre molti dei nostri vini hanno.

Desafio de Jonata. Ma che razza di nome è? E da dove viene esattamente?

Jonata non è il nome del vignaiolo, ma è una località della Santa Ynez Valley in Santa Barbara, California. Il nome Jonata rende omaggio alla concessione spagnola del 1845 Rancho San Carlos de Jonata, ma deriva dall’indiano locale Chumash e significa “quercia alta”.

El Desafio, la Sfida, invece, è proprio una Sfida con la S maiuscola e portata avanti con il motto “Sustainability as a Way of Life”.

Il suolo qui è completamente diverso rispetto a quello dei vicini produttori che hanno vigne piantate su terreni argillosi e rocciosi. A Jonata siamo sulla sabbia e nessun viticoltore sceglierebbe di piantare vigneti in una situazione simile. Il suolo sabbioso è un suolo a bassa fertilità, alte proprietà di aerazione e bassa capacità di trattenere l’acqua. Qui poi abbiamo di fronte una sabbia chiamata Careaga, tardo pliocenica e a grani fini di forma rettangolare. Questo rende la sabbia eccezionalmente drenante. Un suolo del genere è ottimo per gli ortaggi a radice, ma molto problematico per la vite.

Invece Charles Banks dette vita a Jonata nel 2000 con l’obbiettivo di competere con i più grandi vini del mondo. Piantò una serie di vitigni molto ampia: Syrah e Grenache, ma anche Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc. Il primo vino risale al 2004 ed era venduto a 100 $ in una zona dove il valore medio dei vini più cari era intorno ai 50$.

Ma come faceva con quel tipo di suolo? Banks aveva addirittura chiesto un parere a Frédéric Engerer di Château Latour in visita alla proprietà e si era sentito rispondere “qui è meglio piantare asparagi”.

Ma Banks aveva due collaboratori, Ruben Solorzano in vigna e Matt Dees enologo, inclini a seguire l’istinto più che le analisi di laboratorio, adusi ad ascoltare la vigna, più che a seguire protocolli. Più filosofi del vino che tecnici di laboratorio. Il primo ascolta il rumore delle foglie nel vento, il secondo si connette emozionalmente ed intellettualmente alla struttura, al tessuto del vino e dei tannini. Così l’indirizzo è stato quello di andare controcorrente: mentre i produttori vicini si dibattevano con il problema di rendere i prodotti meno alcolici e diminuire le sensazioni sovraccariche di vini pesanti, la squadra di Jonata si dedicava a fare vini di terroir, con un terreno che poteva dare solo piccole quantità di frutto maturo e potente. Frutto che doveva provenire non da un sistema di vigneti a monocultura, ma da una vera e propria fattoria che operasse come un grande ecosistema ad alto grado di biodiversità. Matt Dees vedeva le aziende con solo vigneto come qualcosa di innaturale e malaticcio. Così Jonata è diventato un paradiso popolato da 120 polli, 100 pecore e capre, 16 tacchini, 20 maiali e un cinghiale. Un lama vagabondo e cani e gatti.

Tutti lavorano per la salute del ranch, a partire dai polli che vengono fatti razzolare tra le vigne quando ci sono carenze di azoto. Ovviamente anche le colture sono differenziate e in equilibrio tra loro: i maiali, ad esempio, sono alimentati con zucche e mais a chilometro zero.

Ai produttori vicini quest’impresa sembrava un affare costoso, una stramberia originale e poco avvicinabile.

Per Matt Dees questi terreni in mano ad un neofita avrebbero rappresentato una situazione disastrosa. Per un vero vignaiolo, invece, questo tipo di terreno può costituire un’opportunità per un controllo quasi perfetto. Matt è un intuitivo e alcuni aspetti del suo lavoro non hanno spiegazioni scientifiche: che cosa questa sabbia dà i più rispetto ad altri suoli? Sicuramente i risultati dicono che c’è un forte effetto sulla tessitura tannica dei vini, con profilo dei tannini diverso dai suoli vicini limo-argillosi.

Stanley Kroenke, azionista della Screaming Eagle, non si lasciò impressionare da queste “stregonerie” e nel 2009 comprò la maggioranza di Jonata. Kroenke non è un tecnico di vitivinicoltura, ma un investitore attento principalmente ai risultati. Così Dees e Solorzano furono lasciati liberi di seguire la propria visione. Ovviamente non avrebbero mai accettato di produrre vini con i protocolli della Napa Valley, ma fortunatamente non venne imposto di diventare la Screaming Eagle Sud o il secondo vino di Screaming Eagle. Jonata era ed è altra cosa. Prendiamo ad esempio El Alma, il Cabernet Franc. In Napa si farebbe un’estrazione completa perché le uve maturano abbastanza per permettere questo. Dees provò a seguire lo stesso criterio nel 2004 e 2005, ma si rese conto che i vinaccioli non erano mai così maturi come al nord, in Napa. Così decise di farla finita con i vini di grande struttura, di lunga estrazione con tanto tannino. I vini di Jonata fanno un’estrazione molto contenuta nella fase di post- fermentazione.

Il punto di forza dei rossi di Jonata sono proprio questi tannini, robusti e presenti in vini dal colore scuro, ma mai marmellatosi e stucchevoli. Oltre all’estrazione Solorzano attribuisce il merito anche alla cura della vigna, soprattutto sotto l’aspetto del fabbisogno idrico. Quando fa molto caldo Solorzano va in vigna tre volte al giorno, mattino, mezzogiorno e tardo pomeriggio, e se si accorge che ci sono condizioni di stress fa un’irrigazione di soccorso, quel tanto di acqua necessario per mantenere le foglie vive.

 

In definitiva Jonata è un qualcosa di unico, perché l’insieme delle condizioni sono diverse da tutto quello che lo circonda e difficilmente si troveranno altri imprenditori vitivinicoli disposti a percorrere una strada così complessa. A Jonata funziona e benissimo ed i suoi vini, portafoglio permettendo, sono un vero imperdibile esempio di equilibrio e armonia con tutti i parametri a valori alti, una vera ghiottoneria da gourmet.

EL DESAFIO DE JONATA – 2011

BALLARD CANYON, SANTA YNEZ VALLEY

Cabernet Sauvignon 95%, Merlot 3%, Petit Verdot 2%

Barrique rovere francese nuove 80%, resto barrique di secondo e terzo passaggio.

6000 bottiglie prodotte

Nel bicchiere è subito espressivo e fragrante. Il frutto nero, prugna, mora, mirtillo si accompagna a note di cacao e caffè, erbe balsamiche, alloro, terra bagnata e liquirizia. Il palato ha una presa avvincente. Il frutto è succoso e fresco, pieno complesso, ghiotto. La trama tannica è velluto e seta. Il finale molto lungo e trascinante.

www.jonata.com

ALTRI VINI DELL’AZIENDA:

El Alma, Cabernet Franc 72%, Cabernet Sauvignon, Merlot, Petit Verdot

La Sangre, Syrah 97%, Viognier

Todos, Syrah 75%, Merlot, Cabernet Sauvignon, Sangiovese, Petit Verdot, Viognier, Cabernet Franc

Fenix, Merlot 70%, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Petit Verdot

Tierra, Sangiovese 100%

Fuerza, Petit Verdot 100%

Flor, Sauvignon Blanc 70%, Sémillon

La Miel, Sémillon 80%, Sauvignon Blanc, passito.

 

Paolo Valdastri

Novembre 2016 – Rossi Alto Adige, seconda parte

DATA DI ASSAGGIO DENOMINAZIONE TIPO NOME DEL VINO ANNATA AZIENDA GIUDIZIO VOTO
Luglio 2016 Alto Adige Merlot-Cabernet DOC Cornelius 2013 COLTERENZIO-SCHRECKBICHL Ben fatto, equilibrato, continuo, di medio carattere e finale ma piacevole nel complesso. 85
Luglio 2016 Alto Adige Merlot-Cabernet Sauvignon DOC Iugum 2011 Peter DIPOLI Speziato e leggermente vegetale, è morbido, flessuoso, intenso sul palato e di buona persistenza. La personalità è media ma è sicuramente ben concepito. 89
Luglio 2016  Alto Adige Schiava DOC  Menzen 2015 COLTERENZIO-SCHRECKBICHL Il carattere da “schiava” è inconfondibile, è leggero, molto agile, fresco, di bella beva, appena astringente in chiusura ma convincente.  85
Luglio 2016  Alto Adige Meraner DOC Graf 2015 MERANO-BURGGRAFLER La grinta non manca come del resto i tannini che sono in lieve eccesso e provocano qualche ruvidità e sensazioni amarognole. 81
Luglio 2016  Alto Adige Schiava DOC Bergmannhof 2015 BERGMANNHOF Prevedibilmente semplice ma anche diretto, piacevole, fresco, stuzzicante. 84
Luglio 2016 Lago di Caldaro Classico Superiore DOC Kalkofen 2015 BARON DI PAULI Fruttato, diretto e nitido, è molto piacevole, evidenzia una buona tensione gustativa, è succoso, caratterizzato da note di ciliegie e lamponi; molto fresco e giovanile, è un rosso semplice ma non banale, dalla beva istintiva. 88
Luglio 2016  Vigneti delle Dolomiti IGT Castel Campan 2013 MANINCOR Intenso, proporzionato, lungo, soffice ed espressivo, è vino dall’eleganza naturale e insieme raffinata. Al momento è ancora giovane e non esprime un’adeguata complessità, ma è un limite provvisorio compensato da una profondità invidiabile. 93
Luglio 2016 Vino Rosso da Tavola Kermesse 2012 ELENA WALCH Ha uno stile da supertuscan vecchia maniera, con molto rovere in evidenza e un frutto ben maturo; è consistente ma anche leggermente ruvido nel finale.  84

Novembre 2016 – Rossi Alto Adige, prima parte

DATA DI ASSAGGIO DENOMINAZIONE TIPO NOME DEL VINO ANNATA AZIENDA GIUDIZIO VOTO
Luglio 2016 Alto Adige Cabernet DOC Riserva Mumelter 2014 CANTINA DI BOLZANO Verde e piccante nei profumi, leggero di struttura, di media persistenza, è però provvisto di doti molto apprezzabili come bevibilità, tonicità e freschezza. € 34,00 – BT 10.000 85
Luglio 2016 Alto Adige Cabernet Sauvignon DOC Cor Romigberg 2011 ALOIS LAGEDER Molto intenso nel colore, è fortemente speziato oltre che balsamico nei profumi, ha carattere ed energia, un tannino denso e fine, è dinamico nel finale. Lo stile è un po’ convenzionale ma la classe non manca. € 43,00 – BT 13.000 92
Luglio 2016 Alto Adige Cabernet Sauvignon DOC Lafoa 2013 COLTERENZIO-SCHRECKBICHL Piccante, speziato e boisé nei profumi, possiede un tessuto tannico denso e morbido, un finale lungo e fresco, molto ben calibrato. È un vino meditato, poco originale e certamente non emozionante, ma, in compenso, è preciso, complesso, assai ben realizzato. € 54,00 – BT 4.800 91
Luglio 2016 Alto Adige Cabernet Sauvignon DOC Riserva Castel Ringberg 2012 ELENA WALCH I profumi hanno una chiara connotazione vegetale ma lo sviluppo sul palato è convincente; è continuo, elegante, non complesso ma di bella freschezza. € 36,00 – BT 6.000  89
Luglio 2016 Alto Adige Lagrein – Merlot DOC Mauritius 2014 CANTINA DI BOLZANO Scuro nell’aspetto, si apre su sentori di frutti di bosco maturi e nessun tono vegetale (come l’annata poteva far presumere); il sapore è vivo e grintoso, anche se privo di un allungo superiore. € 34,00 – BT 12.000 86
Luglio 2016 Alto Adige Merlot DOC Riserva Brenntal 2013 CANTINA DI CORTACCIA-KURTATSCH Ordinato, compatto, pulito nei profumi dall’impronta balsamica; in bocca è intenso, gustoso, denso ma non statico anzi reattivo e di apprezzabile freschezza. € 26,10 – BT 10.000  89
Luglio 2016 Alto Adige Merlot DOC Riserva Kastelaz 2013 ELENA WALCH Di media intensità ma ben articolato al naso su note fruttate, boisé, lievi tocchi vegetali e piccanti; in bocca è soffice, morbido, con tannino presente ma ben civilizzato, completato da un finale sapido, tonico, di buona persistenza. € 34,00 – BT 6.000  88
Luglio 2016 Alto Adige Merlot DOC Riserva Siebeneich 2014 CANTINA DI BOLZANO Al naso prevalgono note di more mature combinate con dolci sentori di vaniglia; il sapore è ordinato, lineare, gradevole ma un po’ vuoto nel finale. € 34,00 – BT 12.000 83
Luglio 2016 Alto Adige Merlot DOC Riserva Siebeneich 2013 COLTERENZIO-SCHRECKBICHL Il colore è piuttosto maturo, al naso spicca una forte connotazione vegetale, non è privo di carattere ma è decisamente aggressivo sul palato. € 18,00 – BT 20.000 81
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