Selezioni 2024, i migliori assaggi: COLLAZZI

Situata ai margini settentrionali della denominazione Chianti Classico, la Tenuta Collazzi ha da sempre accordato un certo privilegio alla produzione di vini ricavati da uve bordolesi, pur continuando a proporre un buon Chianti Classico. Non sta a me decidere se la filosofia produttiva e le conseguenti strategie di mercato siano quelle giuste, indubbiamente oggi molti consumatori preferiscono i vini da vitigni autoctoni, ma se la vigna, che non conosce né il marketing né i disciplinari di produzione, fa nascere un vino come il Ferro dei Collazzi, un Petit Verdot dal carattere sorprendente, addirittura strepitoso nell’annata 2021, non è proprio il caso di contraddirla.

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Selezioni 2024, i migliori assaggi: TENUTA DI ARCENO

Come più volte ho ricordato, i vini della Tenuta di Arceno seguono un profilo stilistico personale e poco allineato alla tradizione più classica, ma non mi stancherò anche di ripetere che quel che conta è possedere comunque uno stile, quale che sia, e una propria riconoscibilità, evitando di cadere nell’omologazione. In tal senso non ci sono dubbi sulla caratterizzazione dei vini di Arceno che in questa stagione non si limitano, come hanno sempre fatto, a sfoggiare interpretazioni sapienti di varietà come il Merlot e il Cabernet Franc con gli eccellenti Valadorna e Arcanum 2020, ma propongono anche un Chianti Classico gustosissimo come la Gran Selezione Strada al Sasso 2021.

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Selezioni 2024, i migliori assaggi: LE CINCIOLE

Tra le prime aziende chiantigiane, e toscane, ad abbracciare convintamente i dettami dell’agricoltura biologica, Le Cinciole rappresentano un modello di coerenza da prendere ad esempio e, a dispetto delle conclamate difficoltà climatiche, i loro vini alzano progressivamente la loro qualità parallelamente alla crescente maturità dei loro vigneti. Quest’anno il Petresco 2020 esprime con ammirevole purezza ed eleganza la sua forza vitale, ergendosi perentoriamente tra le altre, pur ottime, etichette aziendali.

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Selezioni 2024, i migliori assaggi: TOLAINI

Come ho già avuto occasione di sottolineare, l’azienda di Lia Tolaini sta conoscendo una fase di crescita decisa sul piano qualitativo e stilistico e l’ultima tornata di assaggi lo conferma senza tentennamenti. Mancavano all’appello due etichette importanti come il Sangiovese Mello e il Merlot Picconero ma il resto del gruppo si è fatto comunque valere mostrando una certa compattezza d’insieme, pur senza toccare vertici assoluti. Non ho trovato quindi motivi sostanziali per preferire un vino all’altro ma concedo una chance supplementare all’ottimo Cabernet Sauvignon Legit che mi è sembrato ancora indietro nell’evoluzione e quindi capace di migliorare con la permanenza in bottiglia.

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