Selezioni 2024, i migliori assaggi: ISTINE

La scelta lungimirante di Istine nel puntare sulla forza espressiva dei singoli cru di Sangiovese, imbottigliati per svariati anni come “semplici” Chianti Classico, non poteva che sfociare nell’approdo alla tipologia della Gran Selezione. La maturità dei vigneti e l’indubbio successo della tipologia hanno suggerito evidentemente questo passaggio che ha fatto scivolare di un anno l’uscita dei 2021 ma che è maggiormente rispondente alle esigenze del mercato e alle giuste ambizioni della proprietà. Sul piano strettamente qualitativo, il cambio di definizione non ha provocato nell’immediato variazioni significative, anche in considerazione del livello elevato già raggiunto in precedenza. È possibile, e anche probabile, che il periodo più lungo e completo di affinamento dei vini, mostri in maggiore misura i suoi effetti positivi con il passare del tempo, anche se già al momento l’annata 2021 ha pienamente risposto alle attese. Tuttavia, giusto per non essere a mia volta troppo prevedibile, il vino che eleggo a “coup de coeur” aziendale non è uno dei cru (Vigna Istine, Vigna Casanova dell’Aia e Vigna Cavarchione) ma il Chianti Classico Riserva LeVigne 2020 in una delle versioni più riuscite e convincenti di sempre.

Le note di degustazione sono consultabili quiin area abbonati.

 

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