VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO DOCG 2023

Non capita spesso di poter degustare accanto ad autentici reperti di origine etrusca ma il Consorzio della Vernaccia di San Gimignano, alla vigilia della manifestazione denominata “Regina Ribelle” svoltasi a metà maggio, ha offerto questa insolita e apprezzata possibilità negli ambienti del locale Museo Archeologico.

Dato che non sono mai molto tenero sulla gestione degli assaggi per gruppi variegati, mi corre l’obbligo stavolta di fare i meritati complimenti agli organizzatori che oggettivamente hanno messo tutti i partecipanti nelle migliori condizioni per poter svolgere il proprio compito: una postazione isolata per ogni testata editoriale, una/un sommelier a completa disposizione, un ambiente tranquillo con temperature ottimali, un servizio eccellente insomma. Con queste modalità ho potuto assaggiare comodamente, in circa tre ore, le 76 etichette di Vernaccia presenti, effettuando anche una dozzina di “riassaggi”.

Il primo Report pubblicato qui è dedicato all’annata 2023 che, sulla carta, non ha avuto caratteristiche proprio favorevoli (calore e secchezza) per la riuscita dei vini bianchi. I riscontri effettivi hanno sostanzialmente rispettato queste sommarie previsioni; i vini sono corretti e ben eseguiti, non mancano alcune interpretazioni degne di nota come pure qualche bottiglia poco giudicabile al momento, ma generalmente la maturità delle uve – e conseguentemente dei vini – è incompleta. Debbo anche aggiungere che l’idea di eliminare l’anteprima di febbraio per presentare le nuove uscite sul mercato a metà maggio, facendo affidamento sulla maggiore espressività dei vini grazie a qualche mese di affinamento supplementare, convince solo parzialmente, anche se probabilmente risulta molto più opportuna ed efficace sul piano della comunicazione e del marketing. I vini bianchi in genere, e la Vernaccia in particolare, necessiterebbero di qualche mese in più o, comunque, del primo vero caldo estivo per esprimersi al meglio ma è ben comprensibile che non siano periodi congeniali per un evento dagli intenti prevalentemente promozionali. Tornando agli effetti degustativi va sottolineato che, se a metà maggio la condizione evolutiva dei vini è leggermente migliore che a febbraio, la presenza di solforosa, praticamente al massimo, e l’incidenza di profumi secondari indotti dai lieviti è ancora sostenuta e si accavalla e confonde con quelli provocati dalla presenza di altre uve nell’assemblaggio. In sostanza alcuni vini sono del tutto muti, altri indugiano su profumi effimeri, destinati ad attenuarsi e sparire nel giro di qualche mese. Al di là di queste considerazioni, si riesce a ricavare comunque un’impressione d’insieme attendibile soprattutto perché, lo ripeto, le condizioni di assaggio sono state ideali e impensabili da realizzare nel tradizionale – e credo ormai abbandonato – periodo invernale.

SELEZIONE VINI 2023: PANIZZI

Firma tra le più conosciute di San Gimignano, Panizzi costituisce una sponda sempre affidabile per gli appassionati della Vernaccia. La Riserva 2019 mostra, rispetto al passato, di avere affinato il suo rapporto con il rovere, attenuando i toni fortemente affumicati che la caratterizzavano in fase giovanile, mentre la selezione Vigna Santa Margherita 2021 esibisce una personalità sempre più definita, con tratti di eleganza che emergono alla distanza.

Le note di degustazione sono consultabili qui, in area abbonati.

SELEZIONE VINI 2023: le “Stelle” dell’anno, episodio N. 20

Dato che non rappresento un ufficio stampa ma mi limito ad assaggiare i vini che mi vengono proposti, vi invito a collegarvi al link del sito aziendale per saperne di più di Terre di Plovia, interessante progetto vinicolo di sperimentazione e recupero di alcune varietà autoctone friulane come Piculit Neri, Sciaglin e Ucelut, ideato e seguito dall’azienda veronese Albino Armani.
La degustazione effettuata mi ha fornito comunque abbondanti motivi meritevoli di attenzione. In particolare sono stato colpito dal carattere scolpito – gioco di parole inevitabile, per cui neanche mi scuso – dello Sciaglin, vitigno dotato di un corredo naturale di acidità che lo rende quanto mai attraente e funzionale alla ricerca, sempre più bramata, di freschezza, nei vini bianchi e non solo. Il vitigno risulta determinante nell’uvaggio dell’eccellente Flum 2020 (Chardonnay, Friulano e, appunto, Sciaglin), grazie al contributo decisivo dato alla sterzata di vitalità che distingue il vino nel finale e si conferma con forza nella sua versione in purezza (Sciaglin 2022), più semplice ma anche priva di compromessi e contaminazioni.
Nessun stupore, quindi, se la simbolica Stella venga assegnata dalla poliedrica commissione di assaggio (composta dal sottoscritto e da me medesimo) proprio allo Sciaglin, sia per i meriti del vino che del vitigno.

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SELEZIONE VINI 2023: le “Stelle” dell’anno, episodio N. 19

Nascosto tra i “file” di assaggio di quest’anno è fortunatamente riemerso il Müller Thurgau 2021 prodotto da Cembra, cantina cooperativa della Val di Cembra. Un vino che nasce su vigneti terrazzati tra i 700 e i 900 metri di altitudine e che con l’annata 2021 – tra le più tardive degli ultimi anni – è stato proposto in commercio dopo un ulteriore periodo di affinamento in vetro. Il risultato è stato particolarmente convincente e lo posiziona nella ristretta élite dei migliori Müller Thurgau dell’intera regione. Un bianco di finezza e carattere con i profumi ben accordati alla struttura, in grado di promettere sviluppi sorprendenti nel corso degli anni.

 
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