BAGLIO DEL CRISTO DI CAMPOBELLO

Il successo commerciale delle bollicine ha spinto molte cantine, in tutta Italia e non solo nelle zone tradizionalmente indirizzate alla produzione di vini spumantizzati, a cimentarsi con cuvée ottenute dai vitigni più disparati (o forse disperati). Non nego di essere piuttosto scettico sulle prospettive di tali scelte che privilegiano la tecnica di cantina rispetto ai caratteri territoriali e che sono giustificate solo da esigenze di cassa; generalmente i vini, anzi i prodotti ottenuti sono corretti ma poco significativi e spesso ripetitivi tra loro. Nonostante queste premesse poco incoraggianti debbo ammettere di essere rimasto piacevolmente colpito dall’Extra Brut 2019 propostomi dal Baglio del Cristo di Campobello, azienda presente nell’area agrigentina. Uno spumante ricavato da uve Grillo molto ben eseguito, con perlage di buona finezza, profumi di fiori bianchi e crosta di pane e soprattutto caratterizzato da un sapore delicato eppure incisivo e continuo, fresco e scattante. Un esempio riuscito che scavalca i pregiudizi. Il resto delle recensioni, tra le quali spicca il Grillo Laluci 2022, è disponibile qui, in area abbonati.

SELEZIONE VINI 2021: BAGLIO DEL CRISTO DI CAMPOBELLO

I vini bianchi e rossi proposti dal Baglio del Cristo di Campobello suscitano il giusto rispetto per la correttezza formale, la nitidezza delle sensazioni, la semplicità di fondo che esprimono senza infingimenti e senza sbandierare ambizioni e complessità fasulle. Si tratta quindi di un insieme di vini piacevoli e ben fatti con la presenza di un carattere supplementare nel Nero d’Avola Lu Patri e nel Rosso Adènzia, entrambi dell’annata 2018.
Meritano invece particolari attenzioni i due Extra Brut ritratti nell’immagine – l’etichette definitive non erano disponibili al momento dell’assaggio – sovrastante il titolo: un Nero d’Avola e un Grillo ben eseguiti e davvero sorprendenti che esprimono una personalità degna di nota. Vibrante e caratteriale il primo, sapido ed elegante il secondo.
La frontiera delle bollicine di qualità non finisce di allargarsi.

Seguono, per gli abbonati, le note di degustazione.

Extra Brut Pietro Colla 2016 PODERI COLLA

 

Extra Brut Pietro Colla 2016 PODERI COLLA

Poderi Colla è senza dubbio una delle aziende storiche delle Langhe. Non sto qui a ripercorrerne la storia che troverete, comunque, ben esposta sul sito aziendale (basta cliccare sul titolo in evidenza). Mi limito a ricordare alcune tra le varie etichette prodotte che ogni appassionato dovrebbe avere bene in memoria, dall’originale Langhe Rosso Bricco del Drago (uvaggio di dolcetto e nebbiolo), all’elegante Barbaresco Roncaglie, fino al classico, rigoroso Barolo Bussia Dardi Le Rose.

Preferisco, però, dedicare la vetrina odierna al Pietro Colla, uno spumante, metodo tradizionale classico, ottenuto in massima parte da pinot nero con una piccola aggiunta di uve autoctone (generalmente nebbiolo). A scanso di equivoci, la famiglia Colla possiede una provata e datata esperienza nella produzione di bollicine e non è certamente per rincorrere le tendenze attuali che propone il suo Extra Brut.

Ho assaggiato il millesimato 2016 (dégorgement avvenuto nel luglio 2019) e debbo dire, grazie probabilmente alla favorevole annata, di aver ricevuto un’eccellente impressione. È infatti uno spumante dall’effervescenza viva e continua ma non aggressiva, assai ben equilibrato, composto, fresco senza mostrare eccessivi spigoli acidi, intenso senza risultare stucchevole, preciso eppure dotato di carattere.
Senza entrare nei consueti dettagli organolettici, è semplicemente un bel bere.

© 2016 ErGentili - build proudly by Stuwebmakers and Wordpress
contact: info@ernestogentili.
Privacy Policy