ANTEPRIME TOSCANE 2023, VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO 2022

A costo di essere noioso e ripetitivo sottolineo – in grassetto – che se l’assaggio delle anteprime del Chianti Classico e del Nobile ha un valore indicativo, di prima impressione, quello della Vernaccia di San Gimignano possiede margini di approssimazione ancora più marcati, in quanto i vini assaggiati provengono dalla vendemmia più recente, quella avvenuta non più di sei mesi fa. Si tratta quindi di vini “bebè”, alcuni sono ancora in “vasca”, altri sono stati appena imbottigliati e ne deriva un insieme forzatamente disomogeneo con diversità anche vistose da azienda ad azienda.
Sulla base di osservazioni superficiali si poteva ipotizzare che l’annata 2022, calda e arida come poche altre, non possedesse caratteristiche congeniali per la riuscita dei vini bianchi ma il confronto con la 2021 non l’ha sicuramente vista perdente. Lo scorso anno infatti la degustazione proponeva vini ben fatti, di apprezzabile compattezza qualitativa con poche flessioni ma anche con pochi acuti; stavolta con la 2022 da un lato è aumentato decisamente il numero dei vini in ritardo nell’evoluzione e ancora alla ricerca dell’assetto definitivo, ma dall’altro anche quello dei vini già espressivi e in grado di esibire un equilibrio e un potenziale di tutto rispetto, raramente riscontrato nelle Vernaccia così giovani.
La degustazione è stata pertanto – ed è un rilievo del tutto egoistico – “divertente” perché non prevedibile e noiosa, capace anzi di suggerire una piacevole e sorprendente serie di liete novità che testimoniano la vitalità del territorio.
Qualche anticipazione? Non deludono, e quindi si confermano, le aziende storicamente più affermate del territorio e crescono quelle emergenti come Collina dei Venti con la Vernaccia Giadra, Fornacelle (forse il miglior assaggio), Podere Le Volute e Tollena con la Vernaccia Lunario.

Il resoconto completo dell’annata 2022 è comunque consultabile in zona abbonati

ANTEPRIME TOSCANE 2023, Nobile di Montepulciano

Come da tradizione ormai consolidata, il resoconto degli assaggi in anteprima del Nobile di Montepulciano è condizionato dai tempi di evoluzione della tipologia che hanno ritmi lenti e, conseguentemente, i vini in questo periodo sono ancora impacciati e non hanno l’assetto ideale. È quindi da dare quasi per scontato che buona parte delle valutazioni attuali possano essere, già tra pochi mesi, riviste in alto. Sul piano stilistico la degustazione non ha offerto invece indicazioni diverse dal passato, ovvero continuano a convivere varie tendenze che in questa fase, anche per i motivi sopra accennati, sembrano ancora più distanti tra loro. È probabile che una definizione più netta possa notarsi ( a partire dal prossimo anno) con l’introduzione concreta del progetto “Pievi” – la definizione coniata a Montepulciano per definire le 12 UGA (unità geografiche aggiuntive) di Nobile – che dovrebbe alzare il livello di interesse e attrazione intorno alla denominazione e conseguentemente innescare un naturale processo di crescita qualitativa e stilistica.

Tornando agli assaggi di quest’anno (effettuati con la collaborazione di Claudio Corrieri), rivolti fondamentalmente alle annate 2020 e 2019, debbo ricordare che erano assenti alcune delle selezioni di maggior reputazione della tipologia come Asinone e Le Caggiole di Poliziano, il Nocio di Boscarelli, il Simposio della Tenuta Trerose e altri ancora. Nonostante queste assenze e tenendo conto delle premesse iniziali, i motivi gratificanti non sono tuttavia mancati; fra tutti i 47 vini recensiti si è distinta con autorevolezza la selezione I Quadri 2020 della cantina Bindella e, tanto per non citare i soliti noti, meritano una segnalazione il Nobile 2019 dell’azienda Guidotti e la Riserva 2019 La Poiana de Il Mulinaccio.
Il resoconto completo è comunque consultabile in zona abbonati.

ANTEPRIME TOSCANE 2023, Chianti Classico varie annate

La carrellata conclusiva di varie annate e tipologie del Chianti Classico conferma l’ottimo stato di salute dei vini della denominazione e, soprattutto, la sensazione di un territorio attraversato da una positiva vitalità. Sul piano stilistico convivono interpretazioni diverse come del resto sono diversi i territori e la nascita delle UGA è in fondo la dimostrazione pratica dell’esigenza di sottolineare queste distinzioni: la diversità è nella natura intrinseca di ogni vino.

Quel che unisce invece numerosi vini di quest’ultima rassegna è la qualità particolarmente elevata. Segnalo, e mi limito soltanto ai riscontri più eclatanti, tra le Riserve 2019 una magnifica versione de La Selvanella delle Fattorie Melini, de Le Vigne di Istine, del Seretina di Monterotondo, della Riserva di Val delle Corti e di quella di Querciabella (già recensita peraltro lo scorso anno). Tra le Gran Selezioni 2019 risaltano le prove del San Lorenzo del Castello di Ama e di A Sofia di Terreno, mentre con l’annata 2018 spicca un monumentale Vigneto San Marcellino di Rocca di Montegrossi.

Il dettaglio completo è, come sempre, disponibile in zona abbonati

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ANTEPRIME TOSCANE 2023, Chianti Classico 2021

È ancora troppo presto per trarre conclusioni sul valore dell’annata 2021 e anche azzardare proiezioni sulle tipologie di Chianti Classico che usciranno nei prossimi anni sarebbe davvero incauto in questa fase. Il millesimo possiede caratteristiche promettenti ma che non possono essere definite solo da un assaggio in anteprima della tipologia più semplice della denominazione. I tempi di evoluzione sembrano infatti essere abbastanza lenti per cui, pur non esimendomi da assegnare giudizi (consultabili in dettaglio qui), sono indotto a essere abbastanza prudente sullo sviluppo dei vari vini nei prossimi mesi. L’impressione è che, a fronte di una serie di Chianti Classico già espliciti per espressività e carattere, molti siano alla ricerca dell’assetto giusto e altri mostrino invece degli evidenti limiti strutturali in una vendemmia nata con ben altre premesse.
Non voglio arrivare ad affermare che il successo e la diffusione sempre maggiore di una (giusta) politica di valorizzazione dei cru, compresa la presenza della Gran Selezione, porti alcune cantine a penalizzare il proprio Chianti Classico di annata o base che dir si voglia, ma una punta di dubbio che ciò possa succedere esiste.

Nel complesso però la denominazione sembra godere di piena salute e anche questa prova di assaggio (effettuata con la consueta collaborazione di Claudio Corrieri) ha messo in risalto una serie di vini di ottimo livello, come, in rapida citazione alfabetica, sono apparsi quelli prodotti da L’Erta di Radda, Montesecondo, Poggerino, Rocca di Castagnoli, Rocca di Montegrossi e San Giusto a Rentennano.

Ma tra qualche mese l’elenco potrebbe allungarsi decisamente.

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