Dato che non rappresento un ufficio stampa ma mi limito ad assaggiare i vini che mi vengono proposti, vi invito a collegarvi al link del sito aziendale per saperne di più di Terre di Plovia, interessante progetto vinicolo di sperimentazione e recupero di alcune varietà autoctone friulane come Piculit Neri, Sciaglin e Ucelut, ideato e seguito dall’azienda veronese Albino Armani.
La degustazione effettuata mi ha fornito comunque abbondanti motivi meritevoli di attenzione. In particolare sono stato colpito dal carattere scolpito – gioco di parole inevitabile, per cui neanche mi scuso – dello Sciaglin, vitigno dotato di un corredo naturale di acidità che lo rende quanto mai attraente e funzionale alla ricerca, sempre più bramata, di freschezza, nei vini bianchi e non solo. Il vitigno risulta determinante nell’uvaggio dell’eccellente Flum 2020 (Chardonnay, Friulano e, appunto, Sciaglin), grazie al contributo decisivo dato alla sterzata di vitalità che distingue il vino nel finale e si conferma con forza nella sua versione in purezza (Sciaglin 2022), più semplice ma anche priva di compromessi e contaminazioni.
Nessun stupore, quindi, se la simbolica Stella venga assegnata dalla poliedrica commissione di assaggio (composta dal sottoscritto e da me medesimo) proprio allo Sciaglin, sia per i meriti del vino che del vitigno.
SELEZIONE VINI 2021: ISOLE E OLENA
Ho atteso qualche mese per fare un nuovo giro di assaggi dei vini di Isole e Olena e, visto che avevo segnalato qui la mia ammirazione per lo straordinario Cepparello 2018, volevo una conferma adeguata che ho ricevuto senza la minima incertezza. Il resto dei vini presentati dall’azienda di Paolo De Marchi come al solito non ha sfigurato: il Cabernet Sauvignon, nel misurarsi con un’annata complicata come la 2017, ha mostrato qualche “affanno” ma ha superato la prova, il Syrah 2018 ha esibito come di consueto un carattere originale che lo rende sempre più territoriale che varietale (e non è certo un difetto), lo Chardonnay 2019 continua a essere una delle rappresentazioni più felici del vitigno borgognone in terra toscana.
ASSAGGI SPARSI (RUFINA) N. 17
In questo gruppo ho raccolto gli assaggi di alcune cantine della Rufina. Non mancano i motivi di interesse anche se curiosamente i vini migliori di ogni azienda rappresentano tipologie del tutto diverse. In particolare, per il Castello del Trebbio ho apprezzato il Chianti Rufina Riserva Lastricato 2016 per l’equilibrio e il dinamismo della beva; per Colognole si è invece distinto lo Chardonnay 4 Chiacchiere a Oltrepoggio 2018 per la complessità e il carattere originale; per I Veroni è stato il Vin Santo Occhio di Pernice 2010 a salire in cattedra, grazie alla ricchezza e alla densità della struttura.
I VINI di MASO GRENER
Correttezza tecnica e alto senso di bevibilità costituiscono i punti di forza dei vini di Maso Grener, azienda trentina proprietà di Fausto Peratoner. Se Chardonnay, Sauvignon Blanc e Nosiola sono gli alfieri dei vini bianchi del Maso, sul fronte dei rossi il mirino è puntato essenzialmente sul Pinot Nero che trova nel Vigna Bindesi 2018 un interprete di rango.