ASSAGGI SPARSI (RUFINA) N. 20

Gli “assaggi sparsi” del 2020 riservati alla Rùfina si chiudono con questo gruppo che raccoglie i vini selezionati tra quelli presentati da Marchese Gondi, Podere Il Balzo e Selvapiana. Come in altre liste di questo genere, ho riscontrato una media qualitativa più che apprezzabile con alcune etichette che si sono messe in maggiore evidenza. In particolare segnalo il Ser Amerigo per il Marchese Gondi, l’Addiaccio per il Podere Il Balzo e il Chianti Rùfina 2018 per Selvapiana. Nel complesso risalta, come è avvenuto in altre selezioni della Rùfina, il ruolo non dico marginale ma certamente non da protagonista assunto dai vini della docg. Indubbiamente può essere una casualità legata alle annate in gioco ma non si può negare che, dove gli uvaggi bordolesi, dove il pinot nero, dove il syrah, l’attrazione per le alternative al Chianti Rùfina non si sia affatto attenuata tra i produttori della zona.

Seguono, per gli abbonati, le note di degustazione.

ASSAGGI SPARSI (RUFINA) N. 17

In questo gruppo ho raccolto gli assaggi di alcune cantine della Rufina. Non mancano i motivi di interesse anche se curiosamente i vini migliori di ogni azienda rappresentano tipologie del tutto diverse. In particolare, per il Castello del Trebbio ho apprezzato il Chianti Rufina Riserva Lastricato 2016 per l’equilibrio e il dinamismo della beva; per Colognole si è invece distinto lo Chardonnay 4 Chiacchiere a Oltrepoggio 2018 per la complessità e il carattere originale; per I Veroni è stato il Vin Santo Occhio di Pernice 2010 a salire in cattedra, grazie alla ricchezza e alla densità della struttura.

Seguono, per gli abbonati, le note di degustazione.

ASSAGGI SPARSI, GRUPPO N. 4

I VINI della FATTORIA IL LAGO – Report WR
Freschezza e profumi non mancano ai vini della Fattoria Il Lago e non è casuale, quindi, la scelta di puntare, oltre che su tipici Chianti Rufina, anche su varietà come Pinot Nero e Syrah che hanno fronteggiato la poco propizia annata 2017 rivelando carattere e potenziale molto significativi…Segue per gli abbonati

I VINI della FATTORIA LAVACCHIO – Report WR
Compatti nella struttura e precisi sul piano aromatico, i vini della Fattoria Lavacchio riescono a distinguersi per la ricchezza del frutto e l’istintiva bevibilità…Segue per gli abbonati.

I VINI di FRASCOLE – Report WR
Sin dall’inizio dell’attività Frascole ha indirizzato la propria produzione  sulla ricerca di equilibrio restando strettamente ancorata al rispetto del territorio. Vini di beva e insieme di carattere, piacevoli nell’immediato ma in grado di sfidare con successo il decorrere del tempo…Segue per gli abbonati

Comunicato del Consorzio del Chianti Rufina

 

Pubblico, appena ricevuto, questo comunicato pervenuto dal Consorzio Chianti Rufina. Il tema mi sembra sia quanto mai d’attualità. Seguiranno approfondimenti ma, a una prima lettura, pare che qualcuno con le idee chiare ci sia ancora…

 

La proposta di modifica al disciplinare di produzione del vino Chianti DOCG approvata dall’assemblea dei soci del Consorzio in data 11 novembre 2019, contiene molti elementi di revisione e di semplificazione delle regole che il Consorzio Chianti Rufina condivide. Altri aspetti, invece, richiedono precisazioni e puntualizzazioni necessarie a chiarire quali sono i principali obiettivi e relative iniziative che il Consorzio Chianti Rufina intende attuare nell’immediato futuro.

Il Consorzio Chianti Rufina, fin dall’assemblea del 2015, aveva avanzato al Consorzio Chianti una proposta di modifica al disciplinare da attuarsi secondo un progetto provvisoriamente denominato “Cru di Vigna” che prevedeva la tracciatura della provenienza delle uve selezionate dalla singola vigna aziendale. “La procedura è già contemplata dal disciplinare con la menzione vigna” dichiara il Presidente Cesare Coda Nunziante “ma la nuova proposta conteneva ulteriori elementi restrittivi mirati verso la ricerca di un innalzamento della piramide di qualità del vino Chianti Rufina DOCG e di una maggiore identificazione territoriale”

In realtà, le modifiche approvate dalla recente Assemblea del Consorzio Chianti riguardo alla menzione Gran Selezione non corrispondono nella sostanza a quanto richiesto dal Consorzio Chianti Rufina. Manca un preciso riferimento all’obbligatorietà dell’adozione della “menzione vigna” -che sarebbe eventualmente lasciata all’iniziativa dei singoli; manca un vincolo sull’uvaggio, che nel progetto Rufina è rappresentato da Sangiovese al 100%; e manca una regolamentazione dell’affinamento nel legno. “Uno degli obiettivi importanti di questo nuovo progetto” prosegue Coda Nunziante, “era differenziare il nuovo vino dalla tipologia Riserva, usualmente percepita dai consumatori come ‘selezione di cantina’; volevamo invece un vino che affondasse la sua eccellenza e la sua armoniosa diversità nel terreno su cui è stato piantato. Sotto questo profilo, il nostro progetto si differenzia anche dalla Gran Selezione del Consorzio Chianti Classico”.

In conclusione, la maggioranza dei produttori aderenti al Consorzio Chianti Rufina si è dichiarata pronta a rinunciare alla tipologia Gran Selezione, ma altresì intenzionata a proseguire il suo progetto originale, volto anche ad una maggior distinzione, presso il consumatore, delle varie tipologie di vini all’interno della piramide della Docg: Chianti Rufina – Riserva – Selezione di Vigna.

“E’ già da diverse vendemmie che abbiamo tracciato i nostri migliori vigneti” conclude Coda Nunziante “ed è desiderio di tutti noi poter presentare a breve queste selezioni sul mercato nazionale ed internazionale, e far apprezzare la qualità del Sangiovese coltivato ad altitudini più elevate”.

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