SELEZIONE VINI 2023: le “Stelle” dell’anno, episodio N. 19

Nascosto tra i “file” di assaggio di quest’anno è fortunatamente riemerso il Müller Thurgau 2021 prodotto da Cembra, cantina cooperativa della Val di Cembra. Un vino che nasce su vigneti terrazzati tra i 700 e i 900 metri di altitudine e che con l’annata 2021 – tra le più tardive degli ultimi anni – è stato proposto in commercio dopo un ulteriore periodo di affinamento in vetro. Il risultato è stato particolarmente convincente e lo posiziona nella ristretta élite dei migliori Müller Thurgau dell’intera regione. Un bianco di finezza e carattere con i profumi ben accordati alla struttura, in grado di promettere sviluppi sorprendenti nel corso degli anni.

 
Le note di degustazione sono consultabili qui, in area abbonati.

Quelli che non tradiscono mai, secondo round: GIULIO FERRARI

Per la seconda puntata della fortunata serie dei “Fedelissimi” resto in Trentino e, vado proprio sul sicuro con un grande classico della spumantistica nostrana, ovvero il Giulio Ferrari, la mitica Riserva del Fondatore nella strabiliante versione 2007. Che dire di nuovo, sarà che ogni vino ha un momento nel quale raggiunge l’apice del suo potenziale qualitativo e quindi ho avuto la fortuna di poterlo assaggiare (assaggiare non è proprio esatto: bere e ribere è meglio) nel momento giusto. Tuttavia il “Giulio” è talmente giovane e tonico che appare ben lontano dall’aver raggiunto il culmine della sua parabola evolutiva, ed è talmente splendido e coinvolgente che anche uno stitico come me nel distribuire elogi finisce per lasciarsi andare. Fiori e agrumi, agrumi e fiori, tiglio, gelsomino, cedro, limoni, soffi di brezza marina combinati con aria di montagna, paesi esotici e laghi ghiacciati..Delicato nel perlage quanto incisivo nel sapore. Lunghissimo e freschissimo nel finale.
Poco da aggiungere, altri aggettivi sarebbero inutili, in fondo è soltanto un capolavoro.

I FEDELISSIMI, ovvero quelli che non tradiscono mai: SAN LEONARDO

Nella piccola verticale di San Leonardo, pubblicata lo scorso anno qui, avevo forzatamente – vedi tappo balordo – rimandato il giudizio sull’annata 2016. Ho probabilmente preso un margine sin troppo ampio di tempo per tornare a trattarne, ma il grande potenziale di longevità del rosso dei Marchesi Guerrieri Gonzaga consente di rendere attuali per molti anni ancora queste brevissime riflessioni che non riservo ai soli abbonati perché, giusto per ripagare l’attesa, mi pare opportuno che tutti i lettori sappiano e non si stupiscano dell’ennesima prova di grandezza del San Leonardo.
Certo l’annata è favorevole, la coltre dolce e matura di frutto e tannini che la caratterizza ha un effetto avvolgente e quasi ammaliante, ma il carattere del vino non cambia direzione, mantenendo magicamente intatte le sue innate doti di freschezza ed eleganza.

TENUTA SAN LEONARDO, una verticale e altri assaggi

Grazie alla gentile disponibilità del Marchese Anselmo Guerrieri Gonzaga ho avuto la splendida occasione di tornare ad assaggiare, con una piccola verticale che incrocia e affianca quella pubblicata tre anni fa, le recenti annate del San Leonardo, un vino che per qualità e continuità stilistica si merita indubbiamente di salire sul podio dei migliori tagli bordolesi prodotti in Italia.
Ricavato da un uvaggio con prevalenza di cabernet sauvignon (60%) e quote di carmenère (30%) e merlot (10%), il San Leonardo possiede molti risvolti organolettici di un classico vino del Médoc. La freschezza è una sua dote innata, anche in virtù di un moderato contenuto alcolico visto che raramente supera i 13 gradi, è un vino elegante, armonioso, longevo come pochi altri.
Le annate esaminate partivano dal 2010 al 2016 con l’esclusione del 2012, non prodotto. Le prime tre (2010, 2011, 2013) erano state assaggiate anche tre anni fa e rileggendo i commenti debbo rilevare che quelle impressioni sono state confermate con lievi variazioni nei punteggi finali. Sul 2011, ad esempio, scrivevo all’epoca “…un San Leonardo dall’impronta giovanile, al momento meno complesso ma già godibilissimo e in grado di migliorare con il tempo”. Cosa puntualmente avvenuta: negli assaggi attuali  il 2011 non ha perso un’oncia di frutto acquisendo nel contempo quel pizzico di articolazione in più che lo rende oggi più completo, testimoniando, come ripeto fino alla noia, che sono le parole più che i numeri ad avere valore nella valutazione di un vino.
Oltre al San Leonardo erano presenti in assaggio altri ottimi vini della Tenuta San Leonardo come il Riesling 2017 e il Villa Gresti 2015 oltre alle annate 2016 (eccellente) e 2015 (irresistibile) di un Carmenère in splendida forma.

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