VINITALY E FIVI

Domenica 2 aprile inizia l’annuale Fiera del Vinitaly. Avrei dovuto intervenire prima per ricordare (soprattutto a chi mi ha gentilmente invitato ai vari eventi organizzati durante la fiera) che anche quest’anno non ci sarò. Ovviamente il mio non è un invito alla diserzione, molte cantine sono come sempre presenti e gli appassionati troveranno certamente molti motivi di interesse per visitare la fiera.

Tra questi mi preme segnalare la presenza al Padiglione 8 dei Vignaioli Indipendenti (FIVI), al di là dei prevedibili motivi di assaggio che ovviamente possono essere esauditi in qualsiasi padiglione, soprattutto perché l’Associazione ha a cuore alcuni temi particolarmente interessanti tra i quali cito quelli relativi all’etichettatura dei vini:
– Le avvertenze sanitarie in etichetta
– Informazioni ambientali e nutrizionali in etichetta: servono regole chiare e semplificazione
– La modifica del sistema italiano di etichettatura dei vini. Obiettivo: rendere chiara al consumatore la differenza tra Vignaioli e imbottigliatori.
Non aggiungo altro, i titoli sono già promettenti e nell’occasione ci saranno proficue occasioni di dibattito e confronto. Da parte mia spero a breve di poter approfondire adeguatamente ognuno degli argomenti sopra citati.

VINITALY 2020

 

VINITALY 2020

In programma a metà aprile, il Vinitaly è stato spostato di due mesi. Una parte dei produttori, unitamente ad alcune associazioni e consorzi, si è dichiarata assolutamente contraria all’effettuazione della manifestazione chiedendone, per quest’anno, l’annullamento; altri lo fanno intuire ma, come sempre, non hanno preso una posizione ufficiale. Il 3 aprile pare che l’Ente Fiera di Verona prenderà la decisione definitiva al riguardo, anche se il tragico sviluppo degli eventi, legato ovviamente al dilagare del coronavirus, non dà molte possibilità alla conferma delle date di giugno.

Tutti i grandi eventi enoici previsti in Europa in questo periodo sono stati annullati. Restano in piedi alcune importanti manifestazioni in calendario sul suolo britannico dove però l’escalation del virus è, per il momento, arretrata di un mese rispetto all’Italia e, quindi, non rappresenta una situazione paragonabile.

Pare che la preoccupazione maggiore dell’Ente Fiera sia comprensibilmente indirizzata sui risvolti negativi che ricadrebbero, dal punto di vista strettamente economico, sull’indotto. Se così fosse, mi permetto di affermare che, di fronte all’emergenza attuale, l’indotto veronese è l’ultimo dei problemi. Anche perché sino ad oggi, albergatori e affittacamere, ristoratori e tassisti, parcheggiatori e commercianti in genere, non mi sembra che abbiano fatto a gara per rendersi, come dire, simpatici agli occhi degli ospiti di turno, trattati essenzialmente come una mucca da mungere e basta.

Non frequento Vinitaly da diversi anni ormai ma ricordo bene che le tariffe di qualsiasi genere come minimo raddoppiavano e, più spesso, triplicavano, per una qualità di servizi non dico scadente ma, quanto meno, poco proporzionata.

Ma voglio sperare che le cose siano migliorate con il tempo. Non al punto di illudermi che l’arroganza sia stata sostituita dalla gentilezza, ma almeno che:

le code per entrare a Verona e parcheggiare l’auto siano ormai ridotte al minimo;

ci sia un servizio di tramvia rapido e continuo tra stazione ferroviaria e ingresso della Fiera;

i servizi igienici siano diventati comodi e funzionali;

la temperatura interna dei padiglioni e, conseguentemente, dei vini da assaggiare, sia così perfettamente regolata da permetterne lo svolgimento anche a ridosso dell’estate.

Mi dite che sono rimasto indietro ed è già così da tempo?

Bene, allora prepariamoci per una grande, prossima edizione di Vinitaly

2021, ovviamente.

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