BAGLIO DEL CRISTO DI CAMPOBELLO

Il successo commerciale delle bollicine ha spinto molte cantine, in tutta Italia e non solo nelle zone tradizionalmente indirizzate alla produzione di vini spumantizzati, a cimentarsi con cuvée ottenute dai vitigni più disparati (o forse disperati). Non nego di essere piuttosto scettico sulle prospettive di tali scelte che privilegiano la tecnica di cantina rispetto ai caratteri territoriali e che sono giustificate solo da esigenze di cassa; generalmente i vini, anzi i prodotti ottenuti sono corretti ma poco significativi e spesso ripetitivi tra loro. Nonostante queste premesse poco incoraggianti debbo ammettere di essere rimasto piacevolmente colpito dall’Extra Brut 2019 propostomi dal Baglio del Cristo di Campobello, azienda presente nell’area agrigentina. Uno spumante ricavato da uve Grillo molto ben eseguito, con perlage di buona finezza, profumi di fiori bianchi e crosta di pane e soprattutto caratterizzato da un sapore delicato eppure incisivo e continuo, fresco e scattante. Un esempio riuscito che scavalca i pregiudizi. Il resto delle recensioni, tra le quali spicca il Grillo Laluci 2022, è disponibile qui, in area abbonati.

Quelli che non tradiscono mai, secondo round: GIULIO FERRARI

Per la seconda puntata della fortunata serie dei “Fedelissimi” resto in Trentino e, vado proprio sul sicuro con un grande classico della spumantistica nostrana, ovvero il Giulio Ferrari, la mitica Riserva del Fondatore nella strabiliante versione 2007. Che dire di nuovo, sarà che ogni vino ha un momento nel quale raggiunge l’apice del suo potenziale qualitativo e quindi ho avuto la fortuna di poterlo assaggiare (assaggiare non è proprio esatto: bere e ribere è meglio) nel momento giusto. Tuttavia il “Giulio” è talmente giovane e tonico che appare ben lontano dall’aver raggiunto il culmine della sua parabola evolutiva, ed è talmente splendido e coinvolgente che anche uno stitico come me nel distribuire elogi finisce per lasciarsi andare. Fiori e agrumi, agrumi e fiori, tiglio, gelsomino, cedro, limoni, soffi di brezza marina combinati con aria di montagna, paesi esotici e laghi ghiacciati..Delicato nel perlage quanto incisivo nel sapore. Lunghissimo e freschissimo nel finale.
Poco da aggiungere, altri aggettivi sarebbero inutili, in fondo è soltanto un capolavoro.

SELEZIONE VINI 2021: BAGLIO DEL CRISTO DI CAMPOBELLO

I vini bianchi e rossi proposti dal Baglio del Cristo di Campobello suscitano il giusto rispetto per la correttezza formale, la nitidezza delle sensazioni, la semplicità di fondo che esprimono senza infingimenti e senza sbandierare ambizioni e complessità fasulle. Si tratta quindi di un insieme di vini piacevoli e ben fatti con la presenza di un carattere supplementare nel Nero d’Avola Lu Patri e nel Rosso Adènzia, entrambi dell’annata 2018.
Meritano invece particolari attenzioni i due Extra Brut ritratti nell’immagine – l’etichette definitive non erano disponibili al momento dell’assaggio – sovrastante il titolo: un Nero d’Avola e un Grillo ben eseguiti e davvero sorprendenti che esprimono una personalità degna di nota. Vibrante e caratteriale il primo, sapido ed elegante il secondo.
La frontiera delle bollicine di qualità non finisce di allargarsi.

Seguono, per gli abbonati, le note di degustazione.

ColFòndo Agricolo di Bele Casel

Lo chiarisco subito: questa non è una recensione convenzionale con note organolettiche ordinate e relativo punteggio finale. Il Colfòndo di Bele Casel non lo ho confrontato con altri suoi “simili” vini frizzanti, non l’ho assaggiato alla cieca, non ho preso appunti. Per essere più precisi, erano queste le mie intenzioni iniziali, ma ne ho provato un sorso e ho finito per portarmelo a tavola e bermelo, anzi prosciugare la bottiglia. È stato un comportamento poco professionale? Sarebbe stato più opportuno non confessarlo? Certo, forse, che ci voleva a scrivere due note di assaggio, potevo farlo e mi risparmiavo tutte queste giustificazioni, ma ho pensato che solo il rapporto con una bevuta, e non con un assaggio “sputa e via”, avrebbe restituito, anche se solo parzialmente, la forza dissetante del ColFòndo e l’inesauribile senso di freschezza che provoca con la sua lievissima carbonica, l’acidità sottile e continua, i profumi agrumati e floreali.

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