Per la seconda puntata della fortunata serie dei “Fedelissimi” resto in Trentino e, vado proprio sul sicuro con un grande classico della spumantistica nostrana, ovvero il Giulio Ferrari, la mitica Riserva del Fondatore nella strabiliante versione 2007. Che dire di nuovo, sarà che ogni vino ha un momento nel quale raggiunge l’apice del suo potenziale qualitativo e quindi ho avuto la fortuna di poterlo assaggiare (assaggiare non è proprio esatto: bere e ribere è meglio) nel momento giusto. Tuttavia il “Giulio” è talmente giovane e tonico che appare ben lontano dall’aver raggiunto il culmine della sua parabola evolutiva, ed è talmente splendido e coinvolgente che anche uno stitico come me nel distribuire elogi finisce per lasciarsi andare. Fiori e agrumi, agrumi e fiori, tiglio, gelsomino, cedro, limoni, soffi di brezza marina combinati con aria di montagna, paesi esotici e laghi ghiacciati..Delicato nel perlage quanto incisivo nel sapore. Lunghissimo e freschissimo nel finale.
Poco da aggiungere, altri aggettivi sarebbero inutili, in fondo è soltanto un capolavoro.
SELEZIONE VINI 2021: BAGLIO DEL CRISTO DI CAMPOBELLO
I vini bianchi e rossi proposti dal Baglio del Cristo di Campobello suscitano il giusto rispetto per la correttezza formale, la nitidezza delle sensazioni, la semplicità di fondo che esprimono senza infingimenti e senza sbandierare ambizioni e complessità fasulle. Si tratta quindi di un insieme di vini piacevoli e ben fatti con la presenza di un carattere supplementare nel Nero d’Avola Lu Patri e nel Rosso Adènzia, entrambi dell’annata 2018.
Meritano invece particolari attenzioni i due Extra Brut ritratti nell’immagine – l’etichette definitive non erano disponibili al momento dell’assaggio – sovrastante il titolo: un Nero d’Avola e un Grillo ben eseguiti e davvero sorprendenti che esprimono una personalità degna di nota. Vibrante e caratteriale il primo, sapido ed elegante il secondo.
La frontiera delle bollicine di qualità non finisce di allargarsi.
ColFòndo Agricolo di Bele Casel
Lo chiarisco subito: questa non è una recensione convenzionale con note organolettiche ordinate e relativo punteggio finale. Il Colfòndo di Bele Casel non lo ho confrontato con altri suoi “simili” vini frizzanti, non l’ho assaggiato alla cieca, non ho preso appunti. Per essere più precisi, erano queste le mie intenzioni iniziali, ma ne ho provato un sorso e ho finito per portarmelo a tavola e bermelo, anzi prosciugare la bottiglia. È stato un comportamento poco professionale? Sarebbe stato più opportuno non confessarlo? Certo, forse, che ci voleva a scrivere due note di assaggio, potevo farlo e mi risparmiavo tutte queste giustificazioni, ma ho pensato che solo il rapporto con una bevuta, e non con un assaggio “sputa e via”, avrebbe restituito, anche se solo parzialmente, la forza dissetante del ColFòndo e l’inesauribile senso di freschezza che provoca con la sua lievissima carbonica, l’acidità sottile e continua, i profumi agrumati e floreali.
BARONE PIZZINI e i suoi FRANCIACORTA
L’assaggio di una serie consistente di Franciacorta della Barone Pizzini mi ha lasciato la netta impressione di un’azienda in crescendo continuo: vinificazioni inappuntabili, stile elegante, verticale, ben definito nei dettagli dove la freschezza, la finezza del perlage e la nitidezza aromatica costituiscono la base imprescindibile di ogni cuvée prodotta e non stupisce, quindi, riscontrare che anche le più semplici, come il Franciacorta Brut Golf 1927, costituiscano ormai una certezza in fatto di correttezza tecnica e piacevolezza di beva.
Mi sono però limitato a riportare le note di assaggio delle etichette più rappresentative tra quelle che ho avuto occasione di provare, con uno scintillante Satèn 2016 a guidare la fila…..