BARONE PIZZINI e i suoi FRANCIACORTA

 

L’assaggio di una serie consistente di Franciacorta della Barone Pizzini mi ha lasciato la netta impressione di un’azienda in crescendo continuo: vinificazioni inappuntabili, stile elegante, verticale, ben definito nei dettagli dove la freschezza, la finezza del perlage e la nitidezza aromatica costituiscono la base imprescindibile di ogni cuvée prodotta e non stupisce, quindi, riscontrare che anche le più semplici, come il Franciacorta Brut Golf 1927, costituiscano ormai una certezza in fatto di correttezza tecnica e piacevolezza di beva.

Mi sono però limitato a riportare le note di assaggio delle etichette più rappresentative tra quelle che ho avuto occasione di provare, con uno scintillante Satèn 2016 a guidare la fila…..

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I VINI di BELLENDA

 

Ormai ho scelto di assegnare a questi piccoli ritratti il titolo più banale, ma spero anche più comprensibile, de “I Vini di…”. Nel caso di Bellenda mi rendo conto che, vista la vastità della gamma di etichette prodotte dall’azienda di Vittorio Veneto, il titolo in questione sia un po’ presuntuoso.

I tre vini ricevuti in assaggio sono tuttavia sufficientemente rappresentativi dell’articolata e originale proposta complessiva; tecnicamente ben disciplinati e precisi, oltre che nettamente distinti sul piano del carattere, i Metodo Classico di Bellenda costituiscono da anni una sponda autorevole per coloro che si rifiutano di considerare il Prosecco solo una bevanda dal consumo facile e, come dire, inconsapevole.

Dal più conciliante Dry Lei al rigoroso Pas Dosé S. C. 1931 la distanza, in termini gustativi, potrebbe apparire interminabile ma in realtà i tratti comuni che li rendono affini sono più d’uno.

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Extra Brut Pietro Colla 2016 PODERI COLLA

 

Extra Brut Pietro Colla 2016 PODERI COLLA

Poderi Colla è senza dubbio una delle aziende storiche delle Langhe. Non sto qui a ripercorrerne la storia che troverete, comunque, ben esposta sul sito aziendale (basta cliccare sul titolo in evidenza). Mi limito a ricordare alcune tra le varie etichette prodotte che ogni appassionato dovrebbe avere bene in memoria, dall’originale Langhe Rosso Bricco del Drago (uvaggio di dolcetto e nebbiolo), all’elegante Barbaresco Roncaglie, fino al classico, rigoroso Barolo Bussia Dardi Le Rose.

Preferisco, però, dedicare la vetrina odierna al Pietro Colla, uno spumante, metodo tradizionale classico, ottenuto in massima parte da pinot nero con una piccola aggiunta di uve autoctone (generalmente nebbiolo). A scanso di equivoci, la famiglia Colla possiede una provata e datata esperienza nella produzione di bollicine e non è certamente per rincorrere le tendenze attuali che propone il suo Extra Brut.

Ho assaggiato il millesimato 2016 (dégorgement avvenuto nel luglio 2019) e debbo dire, grazie probabilmente alla favorevole annata, di aver ricevuto un’eccellente impressione. È infatti uno spumante dall’effervescenza viva e continua ma non aggressiva, assai ben equilibrato, composto, fresco senza mostrare eccessivi spigoli acidi, intenso senza risultare stucchevole, preciso eppure dotato di carattere.
Senza entrare nei consueti dettagli organolettici, è semplicemente un bel bere.

Vini del Giorno: Brut del Chianti

Brut del Chianti (o spumanti chiantigiani)

È un mondo sempre più effervescente e ogni anno aumenta il numero delle aziende che si cimentano – con crescente successo – nella produzione di uno o più spumanti, anche in zone di lunga e radicata tradizione “rossista”. In Chianti Classico, ad esempio, ho già avuto modo nel recente passato di segnalare su queste pagine gli ottimi Brut prodotti da Fèlsina, ma oggi dovrei allungare la lista con il Metodo Classico Rosato Mauvais Chapon 2014 proposto da Villa Calcinaia (ben vinificato, sapido, grintoso, dal carattere quasi chiantigiano), e con il sorprendente Brut 2010 di Volpaia ricavato anch’esso da uve sangiovese in purezza coltivate a 400 metri di altitudine; vinificato in bianco e affinato a lungo sui lieviti si presenta con un bagaglio di freschezza e complessità aromatica, oltre che di finezza gustativa, da far davvero invidia a bollicine prodotte in zone assai più celebrate.

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