Grands Jours de Bourgogne, parte seconda – Luglio 2018

 

La seconda parte della rassegna borgognona di Claudio Corrieri prende in esame un piccolo gruppo di produttori tra i quali spiccano alcuni dei nomi sacri della Côte de Beaune. Da leggere tutto d’un fiato.

 

 

GRANDS JOURS DE BOURGOGNE 2018

Parte seconda

A cura di Claudio Corrieri

 

 

COMTES LAFON

Che dire ormai di lui? Di Dominique Lafon intendo, interprete della prim’ora della tendenza biologica e biodinamica in Borgogna, ha firmato bottiglie memorabili e, nonostante il costo sempre più elevato, i suoi vini sono sempre più introvabili. Tra l’altro ha anche smesso di fumare, cosa che infastidiva non poco gli appassionati durante le degustazioni, per cui non ci sono più scuse per i suoi, eventuali, detrattori..

Meursault Clos de la Barre 2015
di notevole intensità aromatica fra sentori di salvia, erbe fini e frutti gialli, ha un sapore carnoso, ampio, generoso; il finale si mantiene saldo nonostante l’acidità poco sostenuta, grazie a un profondo timbro minerale, 90-92.

Meursault-Charmes 1er cru 2015
caldo nei profumi, con note di frutta esotica, fiori gialli e spezie dolci, è docile e aggraziato nella progressione, non si espande in verticalità e tensione acida ma il contrasto minerale sul finale richiama succhi sapidi e marini per un finale ampio e complesso, 93-95

Volnay Les Mitans 1er cru 2015
in questa fase sembra un pò bloccato, lievemente surmaturo, ha grana e spessore ma anche un finale ruvido e poco dettagliato. Poco giudicabile al momento, da riprovare più avanti.

 

JEAN CLAUDE RAMONET

Altro produttore mitizzato e proprietario di cru di altissimo livello, fra cui addirittura Montrachet. A dispetto di un blasone di così alto livello ha sempre avuto un carattere autentico, dedicato alla coltivazione della vite e al lavoro scrupoloso in cantina, nel rispetto di un verace spirito contadino. Anche lo stile dei suoi vini è indirizzato alla naturalezza espressiva, svincolato dall’ortodossia tecnica; i vini sono più lenti ad aprirsi ma all’aria evolvono stupendamente.

Bouzeron 2016
è il classico vino “da bere a secchiate”, quello buono per tutti i giorni, per chi desidera piacevolezza diretta, bevibilità e grande scorrevolezza di bocca, 86-88

St.Aubin 1er cru Les Murgeres de Dents de Chiens 2016
netto, ampio e dettagliato nell’esposizione aromatica, anche in bocca mostra robustezza e materia piena, oltre che un finale lunghissimo, 91-93.

Chassagne-Montrachet 2016
mentolato al naso e ricco di florealità, in bocca si mostra espressivo e tenace, e, pur senza esprimere particolare complessità e densità al palato, chiude con coerenza e piacevolezza il finale, 88-90.

Chassagne-Montrachet Morgeot 2014
complesso e invitante al naso, con cenni di spezie dolci e fiori bianchi, evidenzia un’apprezzabile verve e una convincente dinamica a centro bocca con finale disteso, delicato, sottile, anche se non molto maturo, 89-91

Batard-Montrachet Grand Cru 2014
esplosivo è dir poco: un amalgama di energia indisciplinata e incontrollata che irrompe in bocca sostenuta dall’acidità e da una tensione elastica, con cambi di passo ritmati e un finale lungo, sapido, maturo; colpisce la vitalità del sorso e il carattere ribelle, appunto …“bastardo”, 96-98.

Chassagne-Montrachet Rouge 2016
elegante e stilizzato, è un bianco travestito da rosso vista anche la spiccata acidità e la lievità a centro bocca; il tannino è delicato, tenero ma presente, 85-87.

 

BERTRAND BACHELET

piccolo vignaiolo di Maranges che propone dei vini interessanti, giocati su una buona estrazione fruttata e su un impiego di legni di ottima fattura.

Maranges (bianco) 2016
a parte una certa rusticità di fondo è saporito e gustoso, 83-85.

Chassagne-Montrachet Village 2016
costruito con cura, è un vino più attento alle forme che alla sostanza, 84-86.

 Saint-Aubin En Remilly 2016
la mano è misurata e calibrata nelle estrazioni ma anche qui il territorio è un po’ sottotraccia, se non fosse per quei tratti sapido-minerali del finale e la fresca florealità, 87-89.

Meursault Clos du Cromin 2016
a parte una dose eccessiva di rovere, avvertibile a centro bocca e nei risvolti finali con richiami di liquirizia, il vino possiede però aspetti interessanti, condensati nei profumi particolarmente intensi e piacevoli anche se lievemente surmaturi, 87-89.

 

ETIENNE SAUZET

Anche in questo caso siamo di fronte a un produttore di altissimo livello, che ha in dote preziosi grand cru e pregevoli premier cru nella zona di Puligny-Montrachet, dai quali propone vini di grande purezza, oltre che dotati di una densità e di una consistenza che solo i grandi terroir possono concedere.

Puligny-Montrachet Village 2016
strutturato e misurato nelle movenze, ha un bel passo in bocca dove coniuga frutto maturo, salinità e acidità in un insieme piacevolissimo; da non dimenticare che è solo il vino “base”, 90-92.

Puligny-Montrachet 1er cru La Garenne 2016
potenza ed eleganza al tempo stesso, è sciolto e dinamico pur se pieno e denso a centro bocca, il finale è pulito e determinato, molto lungo, 93-95.

Puligny-Montrachet 1er cru Les Perrières 2016
il tatto è finissimo, è un vino che “danza sulle punte”; raffinato negli aromi di agrumi e fiori di glicine e acacia, ha un finale succoso dove la componente salina contrasta efficacemente i richiami dolci, quasi mielati, 94-96.

Puligny-Montrachet 1er cru Les Combettes 2016
ancora chiuso e poco espressivo al momento in quanto scosso dal recente imbottigliamento; in bocca emerge però tutta la forza del cru, con un’acidità trascinante che rinfresca e rilancia verso una chiusura lunghissima dai connotati floreali e minerali. Il futuro sarà radioso, 95-97.

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