Anteprime Toscane 2020: il Nobile di Montepulciano 2017

 

Anteprime toscane, Nobile di Montepulciano 2017

Certamente il periodo durante il quale si svolgono le degustazioni non è molto favorevole per vini dalla struttura tannica complessa come sono i Nobile di Montepulciano e se a questo dato aggiungiamo il carattere ostico, proprio dei tannini dell’annata 2017, non c’è da stupirsi se in questa fase gli assaggi, effettuati da Claudio Corrieri, non abbiano offerto troppi motivi per gioire. Almeno per ora. I prossimi mesi, come spesso accade, permetteranno di trovare gradualmente gli assetti giusti e non mancheranno le occasioni per riparlarne in modo più compiuto, completo e, vogliamo sperare, soddisfacente.

Un primo resoconto è consultabile nel Report dedicato, appunto, ai Nobile 2017 delle seguenti Cantine:
Bindella – Boscarelli – Chiacchiera – Dei – Fattoria del Cerro – Icario – La Braccesca – La Ciarliana – Le Berne – Lunadoro – Podere Casanova – Poliziano – Tenuta Gracciano della Seta – Tenuta TreRose – Tenuta Valdipiatta.

Anteprime Toscane 2020: la Vernaccia di San Gimignano

 

Anteprima della Vernaccia di San Gimignano

Gli 85 vini presenti in assaggio sono stati degustati seguendo un insolito ordine alfabetico delle aziende partecipanti e non il classico criterio di suddivisione per annata e tipologia. Siamo, quindi, passati da un 2019 a un 2017, ritornati a un 2019 passando per un 2018 e così via. Un criterio che si è rivelato utile per focalizzare i caratteri delle singole annate e verificare le gerarchie aziendali.

Nel corso dell’anno gli assaggi si svolgeranno con il metodo convenzionale, con bottiglie coperte, e il confronto con le tracce di questi giorni sarà particolarmente interessante. 

Le impressioni sulla nuova annata 2019 sono state, come nelle attese, decisamente positive. In più di un caso, il miglior vino aziendale è risultato essere proprio il campione del 2019 nonostante che rappresentasse la tipologia più semplice tra quelle presentate. Maturità, ricchezza strutturale ed equilibrio sono le doti salienti che sono emerse e che promettono un riscontro assai incoraggiante per le tipologie “selezione” e Riserva in uscita nei prossimi anni.

Si conferma anche il profilo evidenziato negli assaggi dello scorso anno per quanto riguarda il millesimo 2018 che ha proposto vini di media struttura ma assai convincenti per slancio e freschezza, mentre, come previsto, è stata più faticosa, ma non assente, l’affermazione dei vini del 2017, caldi e statici nello sviluppo.

Erano presenti anche alcuni campioni della vendemmia 2016 che si è confermata una delle migliori dell’ultimo decennio.

In ogni caso, chi volesse saperne di più ed entrare nel dettaglio dei singoli assaggi non ha che da consultare lo specifico Report realizzato sulle Anteprime di San Gimignano 2020.

ANTEPRIME TOSCANE 2019, Vino Nobile di Montepulciano

Chiuso, inesplicabile, coperto da masse di legno e tannini che saturavano rapidamente il palato, l’assaggio in anteprima del Nobile ha costituito per anni una barriera insormontabile per ogni assaggiatore. Inutile stilare classifiche ed esprimere opinioni che a distanza di pochi mesi potevano essere smentite e addirittura ribaltate. La situazione è però gradualmente cambiata ed oggi i riscontri degustativi sono decisamente assai più attendibili che in passato. I motivi sono molteplici a partire dal deciso passo in avanti compiuto sotto il profilo organizzativo dal Consorzio del Vino Nobile. Anche la qualità del servizio curato dai sommelier Ais, spesso criticato in passato, è cresciuta nel tempo e colgo l’occasione, visto che non l’ho fatto sino ad ora, di ringraziare espressamente la sommelier Luisella Meucci, precisissima e garbatamente professionale, e i suoi colleghi che mi hanno seguito a Firenze, San Gimignano e Montalcino, come il bravo sommelier elbano Federico Parrini.

Voglio pensare però che buona parte dei meriti di una degustazione diventata finalmente esplicita ed espressiva, siano da ascrivere all’assetto stilistico adottato oggi da buona parte dei produttori poliziani. Dai vini iperconcentrati, imbottiti di legno e tannini, siamo passati a prediligere forme più snelle e ariose che, oltre a favorire la percezione di riconoscibilità territoriale dei vini, hanno permesso di raggiungere un profilo più equilibrato e “leggibile”.

In assaggio erano presenti, con l’eccezione di pochissimi campioni, i Nobile del 2015 e del 2016, due annate ottime anche se piuttosto diverse tra loro. Come in altre aree della regione, il 2016 ha mostrato maggiore freschezza e dinamismo, lasciando immaginare uno sviluppo promettente per le future versioni Riserva e Selezione.

Il Report completo, del quale propongo le prime quattro recensioni pubblicate seguendo l’ordine di servizio dei vini, è disponibile nella sezione riservata agli abbonati.

 

VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO 2016

88/89     DEI
ben registrato sul piano stilistico, con il carattere del sangiovese in rilievo, ha un impatto caldo, un frutto di media densità e un finale un po’ semplice ma coerente.

86/87     FATTORIA DEL CERRO
intenso nel colore, ha un frutto ricco e maturo, stimolato da una viva acidità, punta sulla concentrazione più che sul dettaglio e la raffinatezza.

87/89     POLIZIANO
un accenno tostato e sapore condotto da una viva acidità che sostiene la polpa fruttata; ancora giovane, deve trovare un assetto più composto ma è solo questione di qualche mese di bottiglia.

90/91     CANTINA CHIACCHIERA
slanciato, equilibrato, elegante a tratti, lungo e ben disposto nel finale; non complesso ma ben stilizzato, è uno dei 2016 più riusciti.

ANTEPRIME TOSCANE 2019, Chianti Classico Riserva 2016

La degustazione della Riserva 2016 di Chianti Classico è stata, nella storia delle Anteprime “Leopoldiane”, la più convincente e coinvolgente di sempre. L’annata non è stata forse omogenea come la 2015 ma ha avuto quel tocco di freschezza supplementare che ha permesso di proporre vini dall’impatto meno ossidativo, dal frutto più fragrante e dallo sviluppo più dinamico. In sintesi i vini dal profilo stilistico tradizionale sono sembrati più tonici e giovanili, mentre quelli di matrice internazionale sono apparsi più classici e rigorosi del solito. Non recensirò, come di consueto, le tre/quattro etichette di maggior pregio, in quanto i vini meritevoli di una segnalazione sono assai più numerosi (il report completo sarà tra non molto disponibile nella sezione RATINGS) e molti di essi saranno presenti tra un paio di giorni, unitamente a qualche altro centinaio di vini eccellenti, al fantastico banco d’assaggio di Terre di Toscana.

Superando quindi ogni tentazione classificatoria, mi limiterò, come unica eccezione, a rimarcare il sorprendente progresso registrato dalla Riserva Doccio a Matteo di Caparsa, un vino che solitamente presentava un irrisolto conflitto tra dolcezze e rugosità del rovere che confondeva il carattere e allontanava il punto ideale di equilibrio. Già nella versione 2015 si era potuto notare un assetto più preciso ma l’edizione 2016 mi sembra che rappresenti davvero un passo in avanti decisivo; al punto di insidiare, nella gerarchia aziendale, la posizione (tuttora) primeggiante della più classica Riserva Caparsino. Per la verità qualche scoria di rovere e tannino è ancora presente nel Doccio a Matteo, ma la sensazione di purezza e integrità del frutto è talmente esaltata dal naturale contrasto con la sapidità e l’acidità che l’effetto finale è scoppiettante, piacevolissimo e imprevedibile.

E imprevedibile e tutta da seguire sarà anche l’evoluzione futura. Ma avremo occasione di parlarne tra qualche mese.

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