Un tempo erano definiti come “seminari” o, più semplicemente “degustazioni guidate”; oggi sono presentate con il pomposo titolo di “Master Class” e personalmente, per vari motivi, tendo a evitarle. Tuttavia, ogni tanto un’eccezione si può fare e, trovandomi a Montefalco in occasione dell’annuale presentazione delle nuove annate, ho partecipato alla “Class” diretta, con indubbia abilità, da Cristina Mercuri: dieci vini in programma, in assaggio coperto svelato di volta in volta. Temevo di assistere alla consueta litania di (falsi) elogi e arrampicate sugli specchi assortite che vengono sciorinate in questi frangenti, in questo caso in nome del Sagrantino di Montefalco, ma non è stato così. Sono stati serviti cinque Sagrantino e cinque vini di zone e varietà che poco hanno a che fare con l’iconico vitigno umbro. Li citerò seguendo l’ordine di servizio:
1 Scacciadiavoli Montefalco Sagrantino DOCG 2019 SCACCIADIAVOLI
2 Bocale Montefalco Sagrantino DOCG 2019 BOCALE
3 Chateau d’Ampuis Côte Rotie 2018 GUIGAL
4 Passopisciaro Sicilia Rosso IGT 2021 FRANCHETTI
5 Antonelli Montefalco Sagrantino DOCG 2018 ANTONELLI
6 Messorio Toscana Rosso IGT 2019 LE MACCHIOLE
7 Chȃteau Montrose Saint Estephe 2021 MONTROSE
8 Carapace Montefalco Sagrantino DOCG 2016 CASTELBUONO-LUNELLI
9 Petite Sirah Lytton Estate Dry Creek Valley 2019 RIDGE
10 Memoira Montefalco Sagrantino DOCG 2015 COLPETRONE
Come è possibile notare si passa dalla Syrah al Nerello Mascalese, dal Merlot all’uvaggio bordolese, dalla California al Rodano, dalla Toscana alla Sicilia con in mezzo i Sagrantino. Zone di produzione, altitudini, latitudini, vitigni e anche prezzi diversi, visto che siamo passati dai 30/40 euro di alcuni vini locali ai 250/300 di vini come Messorio o Montrose. Debbo ammettere che tutto sommato è stata una degustazione divertente anche se, visto il ruolo da comprimario svolto in buona sostanza dai Sagrantino, non ne ho colto sinceramente il senso complessivo.
Ma forse sono io a non essere abituato alle Master Class.