SELEZIONE VINI 2023: le “Stelle” dell’anno, episodio N. 8

Assaggio da anni  i vini di Duca della Corgna, cantina sociale attiva da tempo in Umbria e precisamente nell’area del Lago Trasimeno, e li ho sempre trovati molto piacevoli, ben fatti, originali nello stile, oltre che proposti sul mercato a prezzi ragionevoli. Tuttavia non mi pare che abbiano la risonanza che meriterebbero, probabilmente a causa della marginalità della denominazione di appartenenza (Colli del Trasimeno). Potrei aggiungere che il solo fatto di produrre una tipologia singolare come il Gamay dovrebbe costituire un sostanzioso motivo di interesse anche se il Gamay del Trasimeno fa parte di un equivoco “storico” ed è stato appurato che il vitigno creduto convintamente essere Gamay è in realtà Grenache. Una connotazione però non così diversa da togliere originalità e attenzione ai vini di Duca della Corgna.

Gli assaggi di questa stagione hanno rafforzato perentoriamente le mie convinzioni con il contributo fondamentale del cru di Gamay (Grenache) Poggio Pietroso 2020, un rosso profumato e avvolgente che ha ben poco da invidiare a molti vini di alto livello (soprattutto di prezzo) di prestigiose denominazioni.

Le note di assaggio sono consultabili qui, in area abbonati.

Giugno 2017 – Cronache del Rodano – parte quinta

 

a cura di Claudio Corrieri

 

La Graveirette
Azienda (biodinamica, certificata Demeter dal 2015) che non conoscevo. L’indicazione mi è stata fornita dall’amico Michel Blanc, direttore del Sindacato dei produttori di Châteauneuf-du-Pape.

Lou Revi  2016
da uve viognier; dimostra subito una buona riuscita con profumi di albicocca, fiori bianchi, fiori di ginestra, con bocca grassa ma non stucchevole, di lodevole progressione e dinamica. Un ottimo vino  – 90/100.

Châteauneuf-du-Pape Blanc 2014
balsamico e arioso, possiede note di mentuccia e salvia con una bocca carnosa e un finale fresco  – 88/100.

Châteauneuf-du-Pape Rouge 2013
introverso sulle prime, si apre rivelandosi carnoso e tannico, per finire un po’ frenato dall’alcol e da un tannino non del tutto maturo  – 86/100.

Châteauneuf-du-Pape Rouge 2014
annata ben interpretata con estrazione tannica calibrata e attenta; un vino saporito e schietto – 88/100.

Châteauneuf-du-Pape Font de Crau 2012
60 % di grenache e 40% di mourvèdre;  selezione parcellare vinificata in acciaio, solo 1000 bt prodotte, ottima purezza di frutto fra note di agrumi e garrigue, carattere mediterraneo, sentori di ginestra e spezie esotiche, anche molto balsamico con ritorni di liquirizia; le movenze sul palato sono di assoluta eleganza e grande profondità di sorso, corroborate da una salinità infiltrante – 93/100.

Châteauneuf-du-Pape Rouge Font de Crau 2013
le difficoltà a mascherare un’annata non proprio eccellente emergono nettamente e la rigidità tannica si fa protagonista; da attendere senza eccessive speranze – 86/100.

Châteauneuf-du-Pape Rouge Font de Crau 2014
convincente souplesse e buona lunghezza, da bere a temperatura moderata, molto piacevole, non complesso – 88/100.

Châteauneuf-du-Pape Rouge Font de Crau 2007
uno dei primi imbottigliamenti di questa selezione, possiede alcol generoso e note calde di frutta matura al naso; in bocca convince per la dinamica e per l’ottimo equilibrio tra alcol e acidità – 89/100.

 

Paul Autard
Produttore che ha una visione molto personale della vinificazione, schematica e molto controllata nella gestione tecnica, in sintonia con i gusti dei mercati anglosassoni.

Châteauneuf-du-Pape Rouge 2014
70% grenache, 20 syrah, 10 mourvèdre; legno ben presente che marca con la sua dolcezza il finale – 83/100.

Châteauneuf-du-Pape Rouge 2015
In questo caso una maggiore presenza fruttata bilancia la presenza del rovere – 85/100.

Châteauneuf-du-Pape Rouge La Côte Ronde 2014
50% grenache e 50% syrah; con 18 mesi di barrique nuove la materia fatica ad emergere, pur se il finale sapido e minerale lo riporta in quota – 85/100.

Châteauneuf-du-Pape Rouge La Côte Ronde 2015
Una miscela esplosiva fra alcol, legno e frutto, un vino che ha qualche tratto caricaturale ma è polposo, con tannini dolci e saporiti; necessita di tempo in bottiglia – 88/100.

Châteauneuf-du-Pape Juline 2015
Syrah e Grenache in parti uguali e un uso dei legni spregiudicato e invasivo; la materia prima è ottenuta da una selezione molto accurata ma il finale fatica a emergere – 84/100.

 

Claudio Corrieri

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