a cura di Claudio Corrieri
La Graveirette
Azienda (biodinamica, certificata Demeter dal 2015) che non conoscevo. L’indicazione mi è stata fornita dall’amico Michel Blanc, direttore del Sindacato dei produttori di Châteauneuf-du-Pape.
Lou Revi 2016
da uve viognier; dimostra subito una buona riuscita con profumi di albicocca, fiori bianchi, fiori di ginestra, con bocca grassa ma non stucchevole, di lodevole progressione e dinamica. Un ottimo vino – 90/100.
Châteauneuf-du-Pape Blanc 2014
balsamico e arioso, possiede note di mentuccia e salvia con una bocca carnosa e un finale fresco – 88/100.
Châteauneuf-du-Pape Rouge 2013
introverso sulle prime, si apre rivelandosi carnoso e tannico, per finire un po’ frenato dall’alcol e da un tannino non del tutto maturo – 86/100.
Châteauneuf-du-Pape Rouge 2014
annata ben interpretata con estrazione tannica calibrata e attenta; un vino saporito e schietto – 88/100.
Châteauneuf-du-Pape Font de Crau 2012
60 % di grenache e 40% di mourvèdre; selezione parcellare vinificata in acciaio, solo 1000 bt prodotte, ottima purezza di frutto fra note di agrumi e garrigue, carattere mediterraneo, sentori di ginestra e spezie esotiche, anche molto balsamico con ritorni di liquirizia; le movenze sul palato sono di assoluta eleganza e grande profondità di sorso, corroborate da una salinità infiltrante – 93/100.
Châteauneuf-du-Pape Rouge Font de Crau 2013
le difficoltà a mascherare un’annata non proprio eccellente emergono nettamente e la rigidità tannica si fa protagonista; da attendere senza eccessive speranze – 86/100.
Châteauneuf-du-Pape Rouge Font de Crau 2014
convincente souplesse e buona lunghezza, da bere a temperatura moderata, molto piacevole, non complesso – 88/100.
Châteauneuf-du-Pape Rouge Font de Crau 2007
uno dei primi imbottigliamenti di questa selezione, possiede alcol generoso e note calde di frutta matura al naso; in bocca convince per la dinamica e per l’ottimo equilibrio tra alcol e acidità – 89/100.
Paul Autard
Produttore che ha una visione molto personale della vinificazione, schematica e molto controllata nella gestione tecnica, in sintonia con i gusti dei mercati anglosassoni.
Châteauneuf-du-Pape Rouge 2014
70% grenache, 20 syrah, 10 mourvèdre; legno ben presente che marca con la sua dolcezza il finale – 83/100.
Châteauneuf-du-Pape Rouge 2015
In questo caso una maggiore presenza fruttata bilancia la presenza del rovere – 85/100.
Châteauneuf-du-Pape Rouge La Côte Ronde 2014
50% grenache e 50% syrah; con 18 mesi di barrique nuove la materia fatica ad emergere, pur se il finale sapido e minerale lo riporta in quota – 85/100.
Châteauneuf-du-Pape Rouge La Côte Ronde 2015
Una miscela esplosiva fra alcol, legno e frutto, un vino che ha qualche tratto caricaturale ma è polposo, con tannini dolci e saporiti; necessita di tempo in bottiglia – 88/100.
Châteauneuf-du-Pape Juline 2015
Syrah e Grenache in parti uguali e un uso dei legni spregiudicato e invasivo; la materia prima è ottenuta da una selezione molto accurata ma il finale fatica a emergere – 84/100.
Claudio Corrieri