Sicuramente l’annata 2016 – diffusamente eccellente su tutto o quasi il suolo italico e non solo – ha dato un contributo non irrilevante alla buona riuscita di molti vini e il Roero Riserva di Cascina Val del Prete ne è testimone buono e valente. Ma ridurre ai favori di un’annata propizia tutto l’assaggio dei vini della “Cascina” è certamente limitativo, anzi, per essere espliciti, non è proprio giusto, visto che gli ottimi Roero Bricco Medica e la Barbera d’Alba Carolina sono stati concepiti con la ben più faticosa vendemmia 2017.
Alla resa dei conti, come spesso accade, nei grandi territori è la capacità del produttore di interpretare al meglio ogni singola annata il vero fattore decisivo. Con la parziale eccezione del Roero Vigna di Lino, ancora indietro nell’evoluzione, tutti i vini provati quest’anno hanno infatti evidenziato maturità bilanciate, frutti integri e strutture robuste non disgiunte da una giusta e apprezzabile dose di freschezza; senza tralasciare che la gestione complessiva dei tannini (rovere compreso, ovviamente) è sembrata decisamente ben registrata.
E nei vini rossi il tannino qualcosa conta…
I vini della Tenuta Carretta alla “prova dell’aria”
In degustazione vale il principio che è la prima impressione quella che conta. Inutile annusare e riannusare, assaggiare e riassaggiare all’infinito lo stesso vino: serve solo a confondersi e perdere la concentrazione. Al più, può essere utile fare un giro di assaggio supplementare sui primi che proviamo, tanto per tararsi.
Esistono però vini che necessitano di un’analisi supplementare. Senza avvalermi di argomentazioni tecnico-scientifiche, sulle quali non ho competenza specifica, mi limito a osservare che l’ossidazione ricevuta non modifica i valori dell’alcol e dell’acidità ma incide sui profumi, sull’estratto (o corpo o frutto che dir si voglia) e sulla componente fenolica (tannini e colore).
È evidente, pertanto, che la “prova dell’aria” su un vino rosso importante, con un certo potenziale di longevità, possa avere una funzione rilevante mentre ha certamente meno senso sperimentarla su vini d’annata. È anche vero che un primo assaggio ben fatto fornisce a un palato esperto molte indicazioni sullo sviluppo futuro del vino esaminato ma qualcosa può comunque sfuggire o lasciare dei dubbi.
Ma veniamo al sodo.
Ho assaggiato, in rapida successione, tre vini a base di Nebbiolo della Tenuta Carretta in rappresentanza di tre tipologie (Barolo, Barbaresco e Roero) e annate diverse tra loro. Al primo assaggio la gerarchia teorica, nell’ordine sopra riportato, veniva rispettata anche se con modeste differenze tra un vino e l’altro.
Un po’ di Langa: i vini di Demarie
L’assaggio dei vini dell’azienda langarola Demarie ha alternato una sequenza di suggestioni non sempre sotto controllo. Se da un lato, infatti, è prevalso un senso di rassicurante prevedibilità, confortata dalla precisione tecnica dei vini provati, dall’altro è scoccata, inattesa e improvvisa, la scintilla per la sorprendente performance del Roero Riserva, come le note che seguono stanno a dimostrare.
91/100 ROERO RISERVA DOCG DEMARIE 2015
pulito e preciso nei profumi dal carattere terroso e balsamico; in bocca è sciolto, elegante, ben stilizzato, sapido e continuo in chiusura.
89/100 BARBARESCO DOCG DEMARIE 2015
note di rabarbaro, liquirizia, rose e prugne secche in evidenza; sapore ben calibrato con la presa tannica in particolare risalto nel finale dai contorni sapidi.
88/100 BAROLO DOCG DEMARIE 2013
sentori di confetture di ciliegie al naso e impatto piuttosto alcolico sul palato, è potente, intenso, con finale caldo e tannico.
87/100 BARBERA D’ALBA SUPERIORE DOC DEMARIE 2016
profumi intensi di prugne, amarene e violette; in bocca è intenso e continuo, di media lunghezza e apprezzabile nitidezza finale.
87/100 ROERO ARNEIS DOCG DEMARIE 2017
piacevolmente floreale nei profumi, è delicato e intenso al tempo stesso, preciso, lineare, equilibrato, di media lunghezza finale.
86/100 LANGHE DOLCETTO DOC DEMARIE 2017
colore vivo, intenso, giovanile, profuma di violette e susine fresche; in bocca mostra una gradevole e misurata dolcezza iniziale seguita da uno sviluppo lineare e un finale più semplice.
Aprile 2017 – Anteprima Roero Ris. 2013, n. 2
DENOMINAZIONE | NOME DEL VINO | ANNATA | AZIENDA | GIUDIZIO | VOTO |
Roero DOCG | Riserva S. Francesco | 2013 | NEGRO LORENZO | impianto robusto ma non statico, possiede tono e respiro, non è finissimo, anzi leggermente farraginoso nel finale ma è saporito e dotato di carattere | 87 |
Roero DOCG | Riserva Ginis | 2013 | PODERI MORETTI | lineare e di buon equilibrio ma ha uno sviluppo infastidito, in questa fase, dalla presenza di un rovere dolce piuttosto insistente – da verificare tra qualche mese | 84 |
Roero DOCG | Riserva Cascina Val del Prete | 2013 | CASCINA VAL DEL PRETE | incerto nei profumi, è intenso e saporito sul palato, il passo è incisivo ma resta in debito sul piano della finezza | 86 |
Roero DOCG | Riserva Cà Boscarone | 2013 | NIZZA SILVANO | ampio e succoso, si avverte la forza alcolica contrastata da un tessuto tannico robusto – la chiusura è sapida e promettente | 88 |
Roero DOCG | Riserva Braja | 2013 | DELTETTO | intenso anche nel colore, il frutto appare sin troppo vistoso per la tipologia – finale a forte prevalenza tannica | 83 |
Roero DOCG | Riserva Valmaggiore | 2013 | CASCINA CHICCO | fresco, tonico, espressivo, una boccata d’aria rispetto alla media della tipologia – piuttosto ricco all’impatto ma non sgarbato, anzi piacevole nei risvolti floreali e fruttati – chiusura più sapida che tannica, un vino stilisticamente centrato | 91 |
Roero DOCG | Riserva Giacomo Vico | 2013 | VICO GIACOMO | quasi evoluto all’impatto, si muove con sufficiente scorrevolezza ma chiude su tannini dalla grana non finissima | 83 |