Trovare un punto in comune o di raccordo in questo ennesimo gruppo è un esercizio vano e inutile; ma in fondo, perché mai i vini recensiti e raccolti insieme dovrebbero averlo?
Passando dal Vin Santo di Poggiotondo ai Montefalco dei Fratelli Pardi, dagli Etna di Settesoli-Mandrarossa agli uvaggi internazionali di Varramista, per finire con i Rosso Piceno di Velenosi, questa lista si distingue dalle altre soprattutto per essere la più disordinata.
Tuttavia, scavando nel mucchio, i motivi di interesse non mancano e vale la pena di scrutarla con la giusta attenzione.
Assaggi Sparsi n. 3, vini rossi
ASSAGGI SPARSI N. 3, vini rossi
Potrà non piacere ma nessuno potrà dire che il titolo sia ingannevole, dato che più sparsi, anzi sparpagliati di così non potevo assemblarli.
Nel Report appena pubblicato ho infatti raccolto, proprio alla rinfusa, una serie di rossi dalle caratteristiche più disparate con l’obiettivo di non rimandarne la pubblicazione al momento in cui potevo creare un assortimento più omogeneo (per tipologia, vitigno, regione, prezzo etc..).
Troverete così i Rosso Piceno di Ampelio Bucci accanto ai Lago di Caldaro della Cantina Kaltern, al friulanissimo “Santuari” di Butussi o al Malanotte del Piave della Cantina Pizzolato. E non solo, dato che a queste etichette ci sono da aggiungere un paio di rossi laziali di Omina Romana, i Gutturnio di Marengoni, chiudendo con i nutriti gruppi rappresentati dai rossi sardi di Giovannella e Alberto Ragnedda (Capichera) contrapposti ai Perricone e ai Nero d’Avola della cantina Centopassi.
Una qualità non meno che buona è stato il principale motivo che ha occasionalmente accomunato i vini recensiti, ma per i più curiosi anticiperò che a capeggiare la graduatoria, per il punteggio ma anche per il prezzo più elevato, è stato l’opulento e setoso Albori di Làmpata, uno degli agguerriti rossi presentati da Capichera.
V. d. G.: Rosso Piceno Pongelli 2016 Bucci
Rosso Piceno DOC Tenuta Pongelli 2016 BUCCI
La conclamata e stupefacente grandezza dei Verdicchio di Ampelio Bucci pone, inevitabilmente, in secondo piano ma forse anche in terzo o, più precisamente, in quarto, diciamo sullo sfondo, la sua produzione di vini rossi, che non riceve solitamente l’attenzione che meriterebbe. La versione 2016 del “Pongelli” casca a fagiolo per supportare questa tesi ed è un rosso molto in linea con lo stile della casa, sia per l’eleganza e l’armonia, sia, soprattutto, per il senso di purezza e integrità del frutto che dona, senza ricorrere a sterzate acide, una rinfrancante e naturale freschezza alla beva .