Assaggio sempre con piacere i vini di Mustilli, azienda sannita che certamente non usurpa il termine “storico” visto che la prima Falanghina è nata quarant’anni fa con questo marchio. Ed è ancora una Falanghina, la Vigna Segreta, il vino che mi colpisce con maggiore efficacia in degustazione per le sue forme raffinate, la sua apparente delicatezza e il suo sviluppo sinuoso e continuo. Ma un po’ tutto l’insieme dei vini presentati si fa rispettare sia per la qualità dell’esecuzione che per la capacità di esprimere un carattere definito e originale.
I VINI DI FONTANAVECCHIA
Davvero agguerriti (e numerosi) i vini che mi sono pervenuti quest’estate da Fontanavecchia, azienda sannita di profonda tradizione. Distribuiti su un arco temporale (dal 2011 al 2019) e su un ventaglio di vitigni (aglianico, piedirosso, falanghina, fiano e greco) piuttosto ampi, mi hanno lasciato l’impressione di una matrice forte, dove sapori e profumi sono intensi, decisi e, anche se talvolta appaiono come irrisolti, non sono mai in debito di carattere.
Gli spunti interessanti abbondano, la Falanghina sia nella versione “normale” che nelle Vendemmie Tardive lascia il segno e la Riserva di Aglianico Grave Mora 2011 non dimostra proprio nove anni; ma l’etichetta che, tutto sommato, mi ha sorpreso maggiormente è il Sannio Greco 2019: una vera scarica “elettrica”.
I VINI di ELENA CATALANO
Compattezza qualitativa e precisione tecnica accompagnate dalle giuste dosi di carattere sono i punti di forza dei vini di Elena Catalano, valida azienda del Sannio. Se la freschezza e la viva spina acida dettano i ritmi della Falanghina e della Coda di Volpe, la densità di frutto e il rigore tannico caratterizzano l’Aglianico Monte Pino.
Gli ulteriori dettagli organolettici sono consultabili qui, in zona abbonati.
Tre Anni Dopo: Falanghina Cruna deLago – LA SIBILLA
Campi Flegrei Falanghina DOC Cruna deLago LA SIBILLA
Ho ancora un buon numero di vini bianchi da mettere in risalto nella consueta rubrica dei “Tre Anni Dopo” ma voglio dare la precedenza a un vino di un’azienda e di una tipologia ben note agli addetti ai lavori – almeno quelli più attenti – ma, forse, non altrettanto al grande pubblico anche se il “grande pubblico” non bazzica molto su questo sito.
Insomma, senza avere particolari motivi e senza avere, non è la prima volta, la minima idea di chi ci sia dietro a questo vino sia come proprietà che come staff tecnico, mi va proprio di parlarne perché mi sembra meritarsi qualche riga di elogio e qualche attenzione in più.
Nel primo giro di assaggi (2017) ho provato le annate 2008, 2012 e 2014. Ho testato nuovamente quest’ultimo millesimo neanche una settimana fa. I dettagli organolettici sono disponibili, come sempre, per gli abbonati e per il momento anticipo soltanto, ricorrendo a immagini meno “tecniche”, che il Cruna 2014 non è soltanto ancora vivo, ma si muove, parla, racconta storie…