Dopo la sorprendente serie di outsider delle denominazioni nordpiemontesi, incrociando i vini di Travaglini è scontato l’approdo a una delle firme del territorio dal valore consolidato, di quelle che possono contare su una lunga teoria di grandi Gattinara che hanno contribuito al prestigio della denominazione. Questo giro di assaggi è stato l’occasione per ricevere ulteriori conferme anche se forse è mancato, come talvolta è capitato in passato, un guizzo da fuoriclasse. Tuttavia la gioventù dei vini provati suggerisce di attendere i positivi effetti dell’affinamento in bottiglia.
Vini recensiti: Gattinara Docg Travaglini 2019, Gattinara Docg Riserva Travaglini 2017.
SELEZIONE 2022/23: ANTONIOLO
La mia ritrosia a evitare toni enfatici ed eccessi di lusinghe non mi facilita il compito dovendo stilare un commento sull’impressione suscitata dall’assaggio dei Gattinara della cantina Antoniolo. Tentando di schivare quindi qualsiasi forma retorica, mi sembra opportuno cogliere questa occasione per tirare anche le somme dell’intera degustazione di vini dell’Alto Piemonte che ha visto una presenza di rossi eccellenti e una sequenza di piacevoli sorprese che oserei definire sproporzionata rispetto al numero complessivo dei campioni testati, anche in rapporto a ciò che succede in aree e denominazioni più blasonate e famose. Senza perdere le caratteristiche da sempre riconosciute di longevità e tenuta nel tempo, i Gattinara, i Ghemme, i Boca (e le altre tipologie prodotte in zona) di oggi mostrano non solo un volto meno arcigno e severo di una volta ma esibiscono da subito invitanti aperture aromatiche, freschezza e una finezza tannica sorprendente. Certamente non si può negare la positiva incidenza del cambiamento climatico degli ultimi decenni (almeno a queste latitudini) ma solo un’analisi semplicistica e superficiale potrebbe limitare i motivi di sviluppo dei rossi del territorio unicamente agli aspetti climatici. Credo invece che le combinazioni virtuose (dalla vigna alla cantina) siano più di una e hanno trovato terreno fertile nella rinnovata consapevolezza delle proprie potenzialità da parte di un numero crescente di interpreti, ovvero di produttori e dei loro staff tecnici.
Tornando al tema iniziale, a capeggiare la brillante schiera dei Nebbiolo (ma anche Vespolina e Uva Rara) delle provincie nordpiemontesi, sono emersi, come accennavo, a ranghi compatti i Gattinara di casa Antoniolo della vituperata, ma forse non in queste lande, annata 2017.
Per non rendere però vane le premesse esposte sulla retorica e le lusinghe, chiudo sollecitamente riportando soltanto l’ultima frase della recensione della Riserva Osso San Grato, consultabile come le altre qui, in zona abbonati: “Vino eccelso, non ricordo (almeno nell’emisfero boreale) un 2017 migliore”.
L’Alto Piemonte, da Gattinara alle Valli Ossolane
Ho iniziato a pubblicare nella parte riservata agli abbonati le schede relative alle aziende che fanno capo al Consorzio di Tutela Nebbioli dell’Alto Piemonte. Continuerò nei prossimi giorni ma posso già anticipare che i motivi per essere particolarmente soddisfatto abbondano e la direzione stilistica, favorita evidentemente dalle condizioni ambientali (territorio e microclima), intrapresa è decisamente convincente nella maggioranza dei casi con un privilegio accordato alla freschezza, all’eleganza, all’uso ragionevole del rovere. Le sorprese sono in effetti numerose come le conferme di chi aveva già raggiunto valori consolidati. Ma avrò modo prossimamente di scendere nei dettagli.
Per il momento riporto l’elenco delle cantine pubblicate nella pagina RATINGS:
Vigneti Valle Roncati, Ca’ da L’Era, Castello di Montecavallo, Sergio Barbaglia, Cantina Comero, Cantine Garrone, Filadora, Pietraforata, La Capuccina, Guido Platinetti, Tiziano Mazzoni.
Aprile 2017 – Alto Piemonte, seconda parte – Gattinara
DENOMINAZIONE | NOME DEL VINO | ANNATA | AZIENDA | GIUDIZIO | VOTO |
Gattinara DOCG | Rusèt | 2013 | LA STRADINA | l’approccio è eccessivamente tannico, con effetto rugoso e astringente al tatto – nel finale tende a sciogliersi e ad aprirsi, facendo intuire uno sviluppo positivo | 83 |
Gattinara DOCG | Mauro Franchino | 2012 | FRANCHINO MAURO | colore scuro insolito e profumo di carattere fruttato – sapore carnoso ma un po’ rustico | 84 |
Gattinara DOCG | Pietro | 2012 | IARETTI PARIDE | colore scarico, profumi agrumati, sottili ed eleganti – l’impatto è alcolico ma non pesante, la beva agile e disinvolta con un tannino estratto con precisione – la punta di rovere dolce, avvertibile nel finale, limita l’espressività e l’affermazione più completa del carattere, ma è ancora molto giovane e in grado di assorbirla | 90 |
Gattinara DOCG | Il Putto Vendemmiatore | 2012 | CANTINA DEL SIGNORE | sicuramente verace nel carattere ma ancora troppo approssimativo, il tatto è piuttosto ruvido | 80 |
Gattinara DOCG | San Francesco | 2012 | ANTONIOLO | colore intenso e limpido, profumo che insiste ancora sul frutto – il tatto è polposo e vellutato ma la presa sul palato è energica, decisa, in virtù di una matrice sapido-minerale davvero risoluta – ha carattere in abbondanza e forte reattività | 94 |
Gattinara DOCG | Vigna Molsino | 2011 | NERVI | sciolto, carezzevole eppure intenso – elegante e consapevole, chiude su un pizzico di rovere dolce che attenua leggermente il senso di territorialità | 91 |
Gattinara DOCG | Caligaris Luca | 2011 | CALIGARIS LUCA | affumicato al naso, di buona struttura, non riesce a districarsi in un finale imbrigliato dai tannini | 84 |
Gattinara DOCG | Riserva Cantina Sociale | 2008 | CANTINA SOCIALE DI GATTINARA | stile tradizionale, evoluto, non nitidissimo – scorrevole ma confuso e corto | 82 |