SELEZIONE 2022/23: ANTONIOLO

La mia ritrosia a evitare toni enfatici ed eccessi di lusinghe non mi facilita il compito dovendo stilare un commento sull’impressione suscitata dall’assaggio dei Gattinara della cantina Antoniolo. Tentando di schivare quindi qualsiasi forma retorica, mi sembra opportuno cogliere questa occasione per tirare anche le somme dell’intera degustazione di vini dell’Alto Piemonte che ha visto una presenza di rossi eccellenti e una sequenza di piacevoli sorprese che oserei definire sproporzionata rispetto al numero complessivo dei campioni testati, anche in rapporto a ciò che succede in aree e denominazioni più blasonate e famose. Senza perdere le caratteristiche da sempre riconosciute di longevità e tenuta nel tempo, i Gattinara, i Ghemme, i Boca (e le altre tipologie prodotte in zona) di oggi mostrano non solo un volto meno arcigno e severo di una volta ma esibiscono da subito invitanti aperture aromatiche, freschezza e una finezza tannica sorprendente. Certamente non si può negare la positiva incidenza del cambiamento climatico degli ultimi decenni (almeno a queste latitudini) ma solo un’analisi semplicistica e superficiale potrebbe limitare i motivi di sviluppo dei rossi del territorio unicamente agli aspetti climatici. Credo invece che le combinazioni virtuose (dalla vigna alla cantina) siano più di una e hanno trovato terreno fertile nella rinnovata consapevolezza delle proprie potenzialità da parte di un numero crescente di interpreti, ovvero di produttori e dei loro staff tecnici.
Tornando al tema iniziale, a capeggiare la brillante schiera dei Nebbiolo (ma anche Vespolina e Uva Rara) delle provincie nordpiemontesi, sono emersi, come accennavo, a ranghi compatti i Gattinara di casa Antoniolo della vituperata, ma forse non in queste lande, annata 2017. 

Per non rendere però vane le premesse esposte sulla retorica e le lusinghe, chiudo sollecitamente riportando soltanto l’ultima frase della recensione della Riserva Osso San Grato, consultabile come le altre qui, in zona abbonati: “Vino eccelso, non ricordo (almeno nell’emisfero boreale) un 2017 migliore”.

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