SELEZIONE VINI 2023: le “Stelle” dell’anno, episodio N. 17

Finalmente Il Corzano, storica etichetta della Fattoria Corzano e Paterno, dopo qualche annata passata a osservare il “sorpasso”, in termini di gerarchia aziendale, operato dal Sangiovese I Tre Borri, ha ripreso, per così dire, il comando, con una versione 2020 particolarmente ben riuscita, in linea con il suo spiccato carattere e degna di essere annoverata tra le “Stelle” del 2023.

Nessuna vera sorpresa quindi, ma solo un naturale avvicendamento tra due vini di alta affidabilità.

Le note di assaggio sono consultabili qui, in area abbonati.

SELEZIONE VINI 2023: le “Stelle” dell’anno, episodio N. 2

In conclusione, o quasi, di ogni stagione di assaggio è inevitabile tirare un po’ le somme sulle caratteristiche delle varie annate esaminate, sui riscontri qualitativi dei vini provati, sulle evoluzioni stilistiche.
Mi sono sino ad ora limitato a pubblicare nei “Ratings” riservati agli abbonati (da seguire i continui aggiornamenti effettuati), i resoconti per tipologia e/o annata, che da ora in avanti saranno affiancati dalle raccolte di assaggi suddivisi per singolo produttore e inizio la rassegna con Querciabella, ben conosciuta azienda di Greve in Chianti.
Non è una scelta casuale vista la qualità impressionante espressa senza flessioni da una formidabile serie di vini tutti meritevoli di un’adeguata vetrina, a partire dalla complessità espressa dal Chianti Classico Gran Selezione, allo stile classico ed elegante della Riserva, senza tralasciare l’eccellente Palafreno, un Merlot in purezza che teme ben pochi confronti nel suo genere, e tanto meno l’ottimo Chianti Classico 2021. E se non bastasse ricordo che proprio da Querciabella arriva la stella più luminosa: il Camartina 2019.
Non sto trattando certamente di una novità, dato che è un’etichetta che a partire dalla fine degli anni ’80 ha regalato tante annate gloriose. Però ho qualche difficoltà a ricordare una qualità pari al livello raggiunto dalla 2019 assaggiata quest’anno. Un vino superbo del quale, per evitare di eccedere in lusinghe, non replicherò le note di assaggio che potrete comunque leggere, ovviamente se siete abbonati, cliccando qui.

BORDEAUX PRIMEURS 2022: Margaux

Come spesso capita la degustazione dei vini dell’Appellation Margaux è la più eterogenea tra le grandi denominazioni del Médoc. In questa annata dai caratteri estremi si è forse raggiunto l’andamento più altalenante degli ultimi anni, tra sorprese ed eccellenti riuscite alternate a delusioni e conseguimenti modesti. D’altro canto, come ho fatto presente già nei primi resoconti, la 2022 è una vendemmia dalle caratteristiche singolari dove mille fattori diversi possono aver giocato un ruolo decisivo e le condizioni non uniformi del territorio di Margaux ha finito con l’accentuarle e consegnarci dei vini dai riscontri imprevedibili anche se le gerarchie consolidate non sono state scalfite più di tanto. Debbo aggiungere che si tratta anche di un territorio disposto non su un unico comune come Pauillac o Saint-Julien ma su quattro (non molti anni fa erano cinque) comunità adiacenti tra loro che abbracciano quindi uno spazio più ampio. Inoltre è anche la zona dove convivono indirizzi stilistici e visioni addirittura opposte, con una presenza di aziende biodinamiche più elevata del resto delle grandi Aoc del Médoc.

Le note di degustazione sono consultabili qui in zona abbonati.

BORDEAUX PRIMEURS 2022: Saint-Julien

Denominazione sempre ricca di fascino e di motivi di attrazione, Saint-Julien racchiude molti tesori al suo interno e l’annata 2022 non può che confermarne la vocazione. Rispetto alla contigua Pauillac si può affermare che è più incisivo il ruolo del Merlot ma in realtà anche in questo caso è l’età dei vigneti a fare la differenza, senza dimenticare che nella maggioranza dei vini di vertice (Léoville Las Cases, Léoville Barton, Ducru-Beaucaillou) è il Cabernet Sauvignon a dettare legge.

Le note di degustazione sono consultabili qui in zona abbonati.

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