Selezioni 2024, i migliori assaggi: TENUTA DEGLI DEI

Non ci sono dubbi sul fatto che il vino principale e identitario di Tenuta degli Dei continui a essere il Cavalli Selection (blend da uve internazionali) ma in realtà, per il secondo anno di fila, è il Chianti Classico Forcole a costituire l’etichetta più sorprendente tra quelle proposte da Tommaso Cavalli. Agile, fresco e di bella beva, pur senza nutrire le ambizioni del vino di punta, riesce perfettamente nel non facile obiettivo di coniugare piacevolezza e rappresentatività territoriale.

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Selezioni 2024, i migliori assaggi: TENUTA CASENUOVE

Con la giusta gradualità, anno dopo anno, anche i vini della Tenuta Casenuove, in quel di Panzano, mostrano una tendenza di crescita qualitativa incoraggiante. Poco caratterizzati e molto boisé ai loro esordi, si esprimono attualmente con maggiore compiutezza e armonia, facendo intravedere un potenziale interessante. I valori non si discostano molto tra un’etichetta e l’altra, e se da un lato il Tenuta Casenuove 2020 (Merlot in netta prevalenza) risulta essere il vino più completo, il vero “coup de coeur” aziendale è il più semplice del gruppo, ovvero il Chianti Classico 2021.

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Selezioni 2024, i migliori assaggi: LE CINCIOLE

Tra le prime aziende chiantigiane, e toscane, ad abbracciare convintamente i dettami dell’agricoltura biologica, Le Cinciole rappresentano un modello di coerenza da prendere ad esempio e, a dispetto delle conclamate difficoltà climatiche, i loro vini alzano progressivamente la loro qualità parallelamente alla crescente maturità dei loro vigneti. Quest’anno il Petresco 2020 esprime con ammirevole purezza ed eleganza la sua forza vitale, ergendosi perentoriamente tra le altre, pur ottime, etichette aziendali.

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Selezioni 2024, i migliori assaggi: FONTODI

L’azienda dell’acclamato presidente del Consorzio del Chianti Classico, Giovanni Manetti, quest’anno ha calato un tris d’assi impressionante. Tra essi non poteva mancare certamente il Flaccianello della Pieve, in una versione, la 2021, che potrà lasciare il segno a lungo ma che non è catalogabile come una sorpresa. La competizione, per così dire, si è quindi ristretta al Pastrolo e al Terrazze San Leolino, due Chianti Classico Gran Selezione provenienti rispettivamente dai vigneti di Lamole e di Panzano. Dovendo scegliere ho puntato sull’estrema finezza tannica del “Panzanese”, ma si tratta di sfumature, quel che conta realmente è il consolidamento delle prospettive qualitative dell’insieme dei vini della storica azienda di Fontodi.

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SELEZIONE VINI 2023: le “Stelle” dell’anno, episodio N. 22

Possiamo pur dire peste e corna del famigerato cambiamento climatico ma non sono pochi i casi – soprattutto nelle aree alte del Chianti Classico – favoriti dall’innalzamento delle temperature. Ci sarebbe da aggiungere che queste dinamiche sono state ulteriormente accentuate dallo sviluppo, e conseguente maturità, dei vigneti di Sangiovese impiantati tra la fine degli anni novanta e gli inizi del nuovo secolo. Nei fatti però è facile verificare che vini come quelli prodotti a Le Cinciole esprimano oggi una ricchezza inusitata, sconosciuta nel passato e talvolta perfino eccessiva.
Gli assaggi, effettuati nella scorsa estate, evidenziano uno stato di salute eccellente per l’azienda di Panzano, con i Chianti Classico (2020 e G. S. Aluigi 2019) che continuano a recitare un ruolo significativo, corroborato dalle prove lusinghiere degli altri vini, tra i quali, oltre a un Rosato di carattere e a un Petresco possente, brilla come una vera Stella un luminoso Camalaione 2018.

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