BORDEAUX PRIMEURS 2021, prima parte

Con la complicità del lungo periodo segnato dalla presenza del Covid-19, la struttura degli assaggi organizzati ogni anno dall’Union des Grands Crus de Bordeaux ha ricevuto delle modifiche che probabilmente distingueranno la manifestazione anche negli anni a venire. In pratica non ci sono più degustazioni effettuate al tavolo – seduti – e alla cieca. Il primo giorno (lunedì) i vini degli “Châteaux” partecipanti all’evento (poco più di 120) sono in assaggio nell’ampio salone dell’Hangar 14 a Bordeaux, raggruppati per denominazione (appellation). Ogni produttore ha la sua postazione e, a disposizione degli “utenti”, vi sono dei tavolini alti, utilissimi ma anche piuttosto affollati, dove fermarsi a scrivere appunti. Nel complesso il sistema funziona e si riesce ad avere una prima impressione complessiva dell’andamento dell’annata. Nei giorni successivi, da martedì a giovedì, questi banchi di assaggio sono invece suddivisi per denominazione e predisposti nelle sale messe a disposizione dai vari Châteaux. Nella sostanza lunedì 25 aprile ho degustato tutti i vini presenti con l’eccezione dei Pauillac e dei Saint-Estephe che ho provato mercoledì 27 direttamente allo Château Pichon Longueville Comtesse de Lalande, dove erano raggruppati i vini di quelle denominazioni.
Molto più tempo e spazio ho quindi dedicato agli appuntamenti precedentemente fissati nelle proprietà (premiers crus e non solo) che non partecipano alle degustazioni collettive e che risultano poi determinanti per stabilire quali sono i confini qualitativi dell’annata.
Le classificazioni delle annate sono quanto di più vago, soggettivo e discutibile ci sia nel mondo del vino, ma il punto di riferimento nell’assegnarle è l’acquirente finale che deve capire da quei quattro numeri, che distinguono un millesimo dall’altro, quale è il migliore o almeno il più affidabile. Non è il caso, quindi, di scendere nei dettagli e nei particolari: un’annata è da definire eccellente quando l’andamento stagionale ha permesso alla stragrande maggioranza dei produttori di un’area specifica di raccogliere uve sane, mature e in grado di generare, almeno in teoria, vini ottimi. Prendiamo ad esempio la 2016, che nelle principali regioni vinicole del nostro emisfero ha coinciso con la presenza di vini di alta qualità: chi ha sempre prodotto vini di medio livello li ha fatti buoni, chi li ha sempre proposti vini buoni li ha realizzati ottimi e via dicendo. Ci sono poi annate difficili che non tutti hanno saputo fronteggiare adeguatamente e nelle quali convivono vini straordinari con vini di medio livello: se non conosci i singoli produttori, l’annata, da sola, non ti aiuta a scegliere.

Dopo aver completato il giro di appuntamenti nella scorsa settimana (dal 25 al 29 aprile) il quadro complessivo delle caratteristiche dell’annata 2021 a Bordeaux si è delineato con chiarezza e colloca sicuramente questo millesimo nel gruppo di quelli difficili, ma al tempo stesso entusiasmanti. Non è quindi definibile “grande” perché non lo è stato per tutti ma ciò non toglie che molti vini siano buonissimi.
In breve la stagione è stata segnata da un mese di giugno caldo e piovosissimo, con caratteri che hanno provocato la diffusione di muffe, con forti attacchi di peronospora soprattutto sui merlot, oltre a spingere fortemente le piante sul piano vegetativo. Luglio e agosto non sono stati più caldi ma assolutamente secchi, al punto che la maturazione delle uve, già partita in ritardo, si è quasi arrestata a fine agosto. Un settembre equilibrato, soleggiato e intervallato da tre momenti piovosi, ha permesso infine alle uve di arrivare, pur faticosamente, a maturazione. I Merlot sono stati mediamente raccolti tra il 20 di settembre e i primi di ottobre, i Cabernet nella prima decade di ottobre. Annata graduale, dai tempi antichi, che ha permesso, a chi ha ben operato nel vigneto, di raggiungere una maturazione fenolica invidiabile, con escursioni termiche che hanno favorito un’apertura aromatica raramente così espressiva in questa fase, gradi alcolici moderati (dai 12,5 ai 13,5) raggiunti addirittura con un piccolo aggiustamento zuccherino (chaptalisation). Nell’insieme, corroborato da una discreta presenza acida, il tratto più vistoso e allettante dei Bordeaux 2021 è costituito da un frutto fragrante e da una freschezza irresistibile, del tutto priva di toni vegetali. Nei casi migliori siamo in presenza di vini eleganti, da bere subito e anche, grazie alla finezza tannica e all’assenza di accenni surmaturi e ossidativi, di conservarsi a lungo. Nei casi meno brillanti i vini sono un po’ magri e corti ma comunque freschi e di buona beva. Confesso che assai raramente in passato come quest’anno, ho avuto la voglia di berli piuttosto che espellerli, come la ragione e la professionalità invitano a fare.
Qualcosa, però, ho buttato giù..

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