Maggio 2017 – Cronache del Rodano – parte terza

 

a cura di Claudio Corrieri

 

Clos du Caillou
rinomato Domaine dotato di molti cru importanti.

Chậteauneuf-du-Pape Blanc 2016
equilibri rispettati, aromi netti e freschi, mentolati e agrumati; dolce e balsamico sul palato con forti sensazioni minerali e finale che spinge adeguatamente  89/100.

Le Nature Rouge 2016
ottenuto da un’insolita combinazione fra counoise e syrah, lavorata a grappolo intero, ha un carattere molto speziato ma nel finale si perde un po’  82/100.

Côtes du Rhone Rouge Quarz 2015
85% di Grenache e 15% di Syrah compongono l’uvaggio; mostra un bel frutto nitido, con profumi di spezie e frutti rossi, su un palato leggero e poco contrastato, di facile beva e molto “gastronomico”  86/100.

Chậteauneuf-du-Pape Les Safres Rouge 2015
ricavato da vecchie vigne (1958) di grenache e un pizzico di mourvedre e cinsault, è molto denso e ricco, oltre che dotato di una presa potente, acida e tannica; non trova però espansione e rilancio nel finale e si ferma rapidamente – 86/100.

Chậteauneuf-du-Pape Quarz Rouge 2015
(85% grenache e 15% syrah), è materico, ricco, di forte struttura tannica e alcolica, è rinfrescato da una viva corrente balsamica, con finale preciso e consistente  90/100.

Chậteauneuf-du-Pape Rouge Reserve 2015
55% grenache (impiantate nel 1950) e 45% mourvedre (1965) – profuma di lampone e ciliegia, è intenso e calibrato, ha nelle proporzioni e nella dolcezza misurata la sua quadratura, anche se il finale, dai toni un po’ verdi, è meno coinvolgente  89/100.

Clos du Mont Olivet
famoso Domaine dalle origini antichissime che si fanno risalire addirittura al 1547, conta su quasi 40 ettari tra Chậteauneuf e Côtes du Rhone, con una predominanza di grenache e uno stile classico e tradizionale.

Chậteauneuf-du-Pape Blanc 2015
note di pera bianca e mentuccia; la dolcezza del frutto è contrastata dalla freschezza balsamica, ha respiro e grazia ma anche toni appiccicosi insistenti che appesantiscono il finale  85/100.

Chậteauneuf-du-Pape Rouge 2015
vino arioso, dal colore poco estrattivo in rapporto all’annata; il tatto è garbato e insieme polposo, di indole elegante, tenero a tratti ma dotato di carattere e scioltezza tannica. Il finale è lungo, luminoso, teso, saporito, semplicemente buonissimo  93/100.

Chậteauneuf-du-Pape Rouge 2014
ben fatto, alterna note mediterranee di fiori di ginestra e rosmarino, ha un colore tenue e sapore non privo di dettagli, in lieve debito di concentrazione, ma godibilissimo  89/100.

Chậteauneuf-du-Pape Rouge 2011
alcolico e potente all’impatto, possiede sentori di tartufo e liquirizia, con un tatto elegante e vellutato dove la matura dolcezza dei tannini porta un contributo fondamentale all’equilibrio complessivo  94/100.

Chậteauneuf-du-Pape Rouge 2007
bella purezza espressiva al naso, l’annata è calda, e si sente per l’esuberanza alcolica, ma non per questo manca di dinamismo e di freschezza, fornita da un tannino misurato, dai risvolti balsamici  90/100.

Chậteauneuf-du-Pape Rouge Cuvée du Papet 2015
come ogni cuvée d’eccellenza che si rispetti le vigne sono vecchissime, dai 90 ai 100 anni con un 75% di grenache 15 di syrah e 10 di mourvèdre vinificate insieme; il colore è granato, vivo, luminoso, profuma di more, china e spezie e sfodera sul palato una concentrazione di frutto e uno spessore tannico notevolissimi, capaci di espandersi nel lungo finale, fra sale e tannini finissimi.
Se questo è il 2015, immaginiamoci cosa potrà essere il 2016! (annata che si preannuncia addirittura superiore)  96/100.

Domaine la Barroche
Si parla della rivelazione degli ultimi 10 anni nell’area dello Chậteauneuf-du-Pape. Julien Barrot, il titolare, ormai non lo ferma più nessuno. Con il rinnovamento della cantina ha tutti i mezzi per continuare il suo percorso: dai tini in cemento di Nico Velo, ai passaggi di vinificazione che avvengono per caduta, sfrutta opportunamente i grandi spazi organizzati per gestire fermentazioni e affinamenti in botti  grandi o medie, come vuole la Grenache, il vitigno di riferimento per Julien.

Chậteauneuf-du-Pape Signature 2015
molto carico, colore scuro decisamente estrattivo, un vino senza compromessi, dove si alternano in chiaroscuro estrazione e levigatezza, austerità e morbidezza, sensazioni minerali e terrose con il frutto dolce e maturo; un vino potente e dritto privo di titubanze  90/100.

Chậteauneuf-du-Pape Signature 2014
il colore è più scarico (le annate imprimono ai vini il loro marchio), sentori di pepe, spezie, sensazioni verdi fresche e balsamiche al naso; palato più schietto e dinamico che maturo e polposo, di grana fine ma in debito di maturità   – 87/100.

Chậteauneuf du Pape Pure 2015
campione da botte, anzi dall’unica botte che contiene il Pure; materia impressionante per levigatezza e volume, la dinamica gustativa è trascinante e chiude su un finale di liquirizia, pepe, spezie, more e tanto sale a esaltare le sensazioni   95/100.

Domaine de la Charbonniere

Chậteauneuf-du-Pape 2015
ordinato, preciso, piacevole, ben fatto ma niente più  84/100.

Chậteauneuf-du-Pape Mourre de Pedrix 2015
naso maturo, corpo di buona densità e struttura; una certa vena rustica, terrosa, accompagna il sorso e lo rende saporito e genuino  87/100.

Chậteauneuf-du-Pape Les Hautes Brusquieres Cuvée Speciale
già il colore – luminoso,denso, brillante – prelude a un bel conseguimento; l’attacco di bocca è cremoso, con tannini morbidi e setosi che preparano un finale lungo e saporito. Un vino molto ordinato che ha il solo limite di essere ancora imbrigliato dalla sua giovinezza, da attendere con fiducia   92/100.

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