TUTTI A RAPPORTO

La recente puntata di Report sul vino ha innescato una serie di reazioni prevedibili e inevitabili da parte dei vari operatori di settore e la successiva intervista rilasciata da Sigfrido Ranucci al Gambero Rosso non ha certo contribuito ad addolcire la pillola. Ne hanno già parlato abbondantemente un po’ tutti e non voglio aggiungere più di tanto a quello che è già stato detto e scritto. Mi limito a prendere atto che al giorno d’oggi ogni occasione sembra essere buona per creare un ulteriore e diffuso senso di delusione e sgomento.

Deludente è la reazione del mondo della produzione che, ogni volta che si sente minacciato, si arrocca e fa le barricate, perdendo anche le occasioni utili per rendere sempre più trasparente il proprio operato e offrendo appigli ai quali attaccarsi per montare una specie d’inchiesta giornalistica. Si può dire o no che quell’aria infastidita e un po’ supponente che hanno alcuni addetti ai lavori, interpellati in simili situazioni, non sia molto piacevole a vedersi? E si può dire che per alcuni, ma temo per molti di loro, il “bravo” giornalista non deve fare né domande né critiche scomode? E altrettanto deludente è proprio il comportamento dei “bravi” giornalisti che accettano sin troppo volentieri il ruolo loro assegnato: scrivono solo belle cose e non importa se sono un po’ fasulle, perché, alla resa dei conti, la loro funzione non è di informare correttamente ma contribuire alla promozione del vino, per vendere più e meglio, altrimenti sono contro il made in Italy, contro la patria e forse non vogliono bene neanche alla mamma.

Ma in fondo sono quisquilie e pinzillacchere rispetto all’operato di Report. Per la trasmissione televisiva e il suo conduttore poteva essere l’occasione per recuperare terreno rispetto al primo ben noto (e già criticato) intervento sul vino di quasi venti anni fa, quando la conduttrice era Milena Gabbanelli. Credo si sia fatto decisamente peggio. Unitamente a molti altri colleghi, anche se mi occupo di vino da almeno trent’anni, ho sempre evitato di addentrarmi eccessivamente in argomenti esclusivamente tecnici e constatare con quale superficialità e impreparazione trasmissioni come Report si avventurino in certi campi, sommando errori e approssimazioni oltre a creare equivoci, mi lascia non solo basito ma profondamente deluso. Nessun reale approfondimento ma montaggi artificiosi, funzionali a sostenere un triste gioco di allusioni che non portano a niente, se non a screditare, oltre a chi nel settore lavora bene e onestamente, anche la reputazione della stessa trasmissione. Non spacciamo per favore questi servizi per giornalismo d’inchiesta, il filo conduttore è l’individuazione di qualche motivo, più presunto che vero, che possa suscitare attenzione, alla probabile ricerca di un piccolo scandalo, di una fantomatica pentola da scoperchiare da dare in pasto a un pubblico sempre più confuso e incapace di pensare con la propria testa. Ormai quello che conta oggigiorno è l’apparenza, il numero di “like”, la diabolica spirale dell’audience.

 

Commenta

© 2016 ErGentili - build proudly by Stuwebmakers and Wordpress
contact: info@ernestogentili.
Privacy Policy