LIBERATECI DAI PREMI

Come ogni anno in questo periodo escono in libreria le nuove Guide dedicate ai vini e in rete appaiono le lunghe, sempre più lunghe, liste dei premi assegnati che in verità mi appassionano poco e neanche sto più a osservare come facevo un tempo. Un amico mi ha però stuzzicato invitandomi a dare uno sguardo a qualcuno di questi elenchi la cui diffusione, a mio parere, non promuove affatto le vendite delle pubblicazioni. 

Non mi azzardo assolutamente a criticare le varie selezioni, ognuno la pensa come vuole e in ogni caso qualsiasi appunto innescherebbe una discussione infinita e del tutto sterile. Ma non posso evitare di sottolineare che sia l’architettura editoriale delle Guide-vini nel loro complesso ad essere vetusta, ripetitiva, noiosa. Sotto accusa è proprio il “sistema premi”.

Il premio è ritenuto così importante e centrale per le Guide e la loro sopravvivenza che alcune di esse ne assegnano solo uno per azienda, evidentemente per riuscire ad accontentare un numero più alto di Cantine e non importa se un produttore ha tre o quattro vini di alto livello: un premio per uno non fa male a nessuno (escluso il lettore che non è informato adeguatamente). Ci sono addirittura Guide che non classificano i vini recensiti però assegnano premi: come la mettiamo? La domanda che nasce spontanea è: se non li classificate come fate a premiarli?

E infine l’editore, qualsiasi editore, dovrebbe idealmente alimentarsi con le vendite di libri a chi i vini li acquista, ma è ormai palese che se facesse affidamento solo su questi introiti andrebbe poco lontano. Ma non è questo il punto che mi interessa trattare, facciamo finta che sia tutto perfetto.

In pratica le Guide sono passate da essere strumento critico (con effetti anche promozionali) a strumento con ambizioni promozionali (non dimostrate) tout court. Nonostante tutto, è giusto sottolineare che ci sono persone e colleghi stimabili che continuano a profondere passione, impegno e pure competenza nella preparazione annuale di una Guida-vini – anche a loro la logica contorta del Premio finisce per non rendere merito – e che tra le pagine di queste pubblicazioni è contenuta una tale quantità di informazioni che da sola giustificherebbero il loro acquisto; eppure nell’idea di tutti una Guida serve soltanto a distribuire premi.

Certo mi rendo conto che non sia facile svincolarsi da un meccanismo che è stato finora l’asse portante del comparto, finendo con il creare una sorta di dipendenza, ma è proprio l’assegnazione dei premi a inquinare il lavoro critico e a costituire un naturale portatore di “contagio”. Non attribuire premi – e intanto smetterla almeno di pubblicare liste – non significa evitare di assegnare valutazioni, anzi tutti i vini assaggiati dovrebbero essere classificati perché una Guida, senza valutazioni e senza capacità di spiegare il motivo per cui un vino è più o meno buono, perde buona parte della propria ragione di essere. L’obiettivo di una Guida-vini non sarebbe quello di far vendere bottiglie – che sarebbe solo un’eventuale conseguenza – ma di far comprendere, apprendere, stimolare, indirizzare consumatori e produttori ad un approccio critico che possa aiutare a migliorare costantemente la qualità dei vini e, in un ciclo virtuoso, elevare la competenza dei degustatori medesimi. Avere quindi, perché no, una valenza culturale.

Ma ci vuole comunque coraggio a dare un colpo di spugna.
E se di “spugne” in giro ne abbiamo in abbondanza, di coraggio ne vedo davvero poco.

4 risposte a “LIBERATECI DAI PREMI”

  1. Analisi lucida. Recentemente ho litigato col direttore di una guida che ha candidamente confessato a un produttore, molto stimato da me e da tanti, che i suoi vini manco li assaggiava, ma dava in automatico il premio. Anche il produttore stimato è rimasto basito, il che sta a dimostrare come circoli un’insofferenza generale tra noi produttori nei confronti di molte guide che cercano di sopravvivere economicamente, legittimamente, ma che non assolvono più il lavoro di giudizio che serve per migliorare e crescere.

  2. Caro coraggioso Ernesto sono d’accordo e mio marito Alessandro, che ricorderai, è stato un altro coraggioso e indipendente produttore che pensava esattamente come te. Detto ciò sono proprio le Guide che hanno fatto il bello o cattivo tempo nei mercati, spinto i brand e creato le “mode” che non hanno certo giovato alla personalità di molti vini.
    Bravo e buon lavoro Caterina

    1. Cara Caterina,
      ho saputo solo pochi mesi fa di Alessandro: una botta di dolore e stupore per me che lo avevo sentito poco tempo prima, scambiavamo francamente le nostre opinioni, mi accusava bonariamente di non essere mai venuto a trovarvi… poi il maledetto Covid ha mandato all’aria tutto. Le tue considerazioni sono assolutamente giuste ma ci tornerò sopra. Spero di poterti incontrare prossimamente.

    2. Cara Caterina,
      ho saputo solo pochi mesi fa di Alessandro: un colpo di dolore e stupore per me che lo avevo sentito poco tempo prima, scambiavamo francamente le nostre opinioni, mi accusava bonariamente di non essere mai venuto a trovarvi… poi il maledetto Covid ha mandato all’aria tutto. Le tue considerazioni sono assolutamente giuste ma ci tornerò sopra. Spero di poterti incontrare prossimamente.

Commenta

© 2016 ErGentili - build proudly by Stuwebmakers and Wordpress
contact: info@ernestogentili.
Privacy Policy