Bordeaux Primeurs, Saint-Emilion e Pomerol – Aprile 2018

 

La seconda serie dei vini della riva destra comprende, oltre ai Saint-Emilion, anche un piccolo stuolo di Pomerol, il cui assaggio, per quanto ridotto nel numero, sottolinea una volta di più che non è proprio un’annata memorabile per i Merlot. Anche se non manca qualche acuto individuale degno di attenzione.

 

CHÂTEAU LARCIS DUCASSE– Saint-Emilion Premier Grand Cru Classé
Nitido nei profumi di stampo fruttato e floreale, è bilanciato, ben disposto e ordinato nello sviluppo sul palato; il finale si alleggerisce ma mantiene una pregevole freschezza di fondo.  – 89

CHÂTEAU PAVIE MACQUIN– Saint-Emilion Premier Grand Cru Classé
Intenso negli aromi dal carattere esotico di cedro, spezie orientali, torrefazione; pieno e denso, maturo e bilanciato, con tannini dolci e morbidi di eccellente qualità. Il finale è meno incisivo ma l’insieme è più che convincente.  – 91

CHÂTEAU SOUTARD– Saint-Emilion Grand Cru Classé
Compatto, costruito con buona misura, non complesso, di media struttura e gradevole senso di freschezza finale.  – 86

CHÂTEAU TROPLONG MONDOT– Saint-Emilion Premier Grand Cru Classé
Profumi di amarene, ribes, cacao e aromi di torrefazione; in bocca ha un ingresso più dolce e maturo di altri, con uno spessore interno significativo anche se non troppo articolato. Da attendere. – 89

CHÂTEAU TROTTEVIEILLE– Saint-Emilion Premier Grand Cru Classé
Fresco, levigato al tatto, ben civilizzato, slanciato e scorrevole, di media complessità ma decisamente piacevole.  – 88

CHÂTEAU VALANDRAUD– Saint-Emilion Premier Grand Cru Classé
Indirizzato con nitidezza sulla ricchezza del frutto, possiede carattere, sapidità, capacità di rilancio; la chiusura è ancora un po’ tannica ma anche grintosa e promettente.  – 89

CHÂTEAU VILLEMAURINE– Saint-Emilion Grand Cru Classé
Sentori nitidi di lamponi e cassis al naso; il sapore è piacevole, diretto, forse un po’ semplice ma ben definito e scandito dalla presenza di una sottile acidità.  – 87

 

CHÂTEAU LE BON PASTEUR – Pomerol
Note di amarene e confetture di more in evidenza al naso; l’impatto sul palato è gradevole e rotondo ma la chiusura è decisamente tannica e boisé.  –84

CHÂTEAU LA CABANNE– Pomerol
Sentori vegetali e boisé in evidenza; in bocca manca di allungo finale ma si sviluppa con equilibrio mostrando un’apprezzabile consistenza.  – 85

CHÂTEAU CLINET– Pomerol
Appena un po’ verde nei profumi ma dotato di un passo sciolto, elegante, arioso, ben stilizzato e anche lungo nel finale.  – 91

CHÂTEAU LA CROIX DE GAY– Pomerol
Appesantito da rovere e alcol manca di slancio e dinamica anche se la struttura è robusta.  – 82

CHÂTEAU GAZIN– Pomerol
Vegetale e balsamico al primo approccio olfattivo, si diffonde con continuità e apprezzabile agilità sul palato; la chiusura non è particolarmente complessa e profonda ma è coerente e piacevole.  – 89

CHÂTEAU PETIT VILLAGE– Pomerol
Prevalentemente fruttato al naso, è intenso ma leggermente scomposto in bocca con un finale ancora un po’ rigido ma non privo di carattere. – 87

CHÂTEAU ROUGET– Pomerol
Concentrato, denso ma anche costruito con dosi non irrilevanti di rovere che limitano e comprimono lo sviluppo.  – 83

Bordeaux Primeurs 2017, Saint-Emilion, prima parte – Aprile 2018

 

Il resoconto dei vini della riva destra di Bordeaux è, purtroppo, limitato ai soli campioni presenti alle degustazioni organizzate dall’Union des Grands Crus. Sulla base di questa, pur assai parziale, rassegna si rafforza la convinzione che l’annata 2017 non sembra essere stata la più propizia per i vini a base prevalente di Merlot.

 

CHÂTEAU BALESTARD LA TONNELLE – Saint-Emilion Grand Cru Classé
Preciso e ben fatto, è avvolgente, di buona consistenza a centro bocca, fresco e sapido nel finale.  – 87

CHÂTEAU BERLIQUET – Saint-Emilion Grand Cru Classé
Profumi di cedro, spezie, fiori secchi; in bocca è magro, in debito di frutto a centro bocca e un po’ boisé nel finale.  – 83

CHÂTEAU CANON– Saint-Emilion Premier Grand Cru Classé
Speziato al naso, non manca di polpa ma è poco incisivo, con note di rovere prevalenti nel finale.  – 85

CHÂTEAU CANON-LA-GAFFELIÈRE– Saint-Emilion Premier Grand Cru Classé
Caratterizzato al naso da eleganti sentori di buccia di arancia, mandarino, spezie orientali; in bocca è vivo, intenso, dinamico, arioso e succoso, dalla chiusura lunga e piacevole.  – 92

CHÂTEAU CAP DE MOURLIN – Saint-Emilion Grand Cru Classé
Fresco ma non vegetale, è in debito di frutto ed è una carenza che lascia scoperti rovere, acidità e tannini. Mantiene comunque dignità e sufficiente gradevolezza.  – 84

CHÂTEAU LA COUSPAUDE– Saint-Emilion Grand Cru Classé
Piacevolmente indirizzato sulla fragranza del frutto, è semplice nella trama, rapido nello sviluppo, un po’ tannico in chiusura.  – 84

CHÂTEAU LA DOMINIQUE– Saint-Emilion Grand Cru Classé
Fresco ed equilibrato, possiede slancio e dinamica su una struttura di media consistenza ma dal profilo elegante.  – 89

CLOS FOURTET– Saint-Emilion Premier Grand Cru Classé
Profumi intensi di spezie, frutti neri, caffè; l’attacco sul palato è morbido, vellutato, succoso, con un’energia ben modulata e un rovere presente ma ben integrato.  – 91

CHÂTEAU FRANC MAYNE– Saint-Emilion Grand Cru Classé
Un po’ verde e immaturo, spigoloso nel finale con acidità in evidenza, è, tuttavia fresco e continuo, di apprezzabile rigorosità.  – 85

CHÂTEAU GRAND MAYNE– Saint-Emilion Grand Cru Classé
Ampio, rotondo, carnoso, manca di complessità e profondità ma è bilanciato e ben registrato sul piano tannico.  – 87

Bordeaux Primeurs 2017: Sauternes e Barsac, seconda parte – Aprile 2018

 

Nel secondo gruppo dei Sauternes 2017 si distingue con netto margine la prova di Clos Haut-Peyraguey. Per il resto si confermano le impressioni complessive di un millesimo ricco ma non sproporzionato, dalla dolcezza raramente stucchevole.

 

CHÂTEAU LAMOTHE-GUIGNARD
17 ettari – 90% semillon, 5% sauvignon, 5% muscadelle
Faceva parte in passato di un’unica proprietà – Lamothe – divisa più volte per questioni ereditarie. Oggi ne sono rimaste due: Lamothe-Despujols e Lamothe-Guignard, possedute dalle rispettive famiglie.
Limpido nell’aspetto, è un po’ verde al naso, l’acidità è marcata e crea un effetto di scomposizione a centro bocca; il finale è fresco, semplice, gradevole.  – 83

CHÂTEAU LA TOUR BLANCHE
40 ettari – 80% semillon, 15% sauvignon, 5% muscadelle
Costituisce una singolare, e riuscita, operazione di gestione pubblica. È infatti proprietà del Ministero dell’Agricoltura o, per essere più precisi e aggiornati, del “Conseil Régional de Nouvelle-Aquitaine”. In sostanza dal 1911 è una struttura pubblica di insegnamento che accoglie circa 200 allievi. Produce vini di assoluto rispetto, dallo stile ricco e concentrato.
Ricco nei profumi di agrumi e confetture di pere, è ampio, voluminoso, grasso e pieno sul palato; un po’ monolitico e poco sfumato al momento ma anche molto piacevole e promettente.  – 90

CHÂTEAU de MALLE
28 ettari – 69% semillon, 28% sauvignon, 3% muscadelle
Classificato come monumento storico, per la sua struttura imponente e le innumerevoli opere d’arte riposte al suo interno e anche all’esterno, come il magnifico giardino all’italiana, lo Chateau de Malle è oggi proprietà della Comtesse de Bournazel.
Sentori di agrumi canditi e cera al naso, è dolce senza eccessi, dotato di gradevole acidità ma in lieve debito di grassezza; il finale è gradevole ma un po’ semplice.  – 85

CHÂTEAU de MYRAT
22 ettari – 88% semillon, 8% sauvignon, 4% muscadelle
La storia di questo Domaine è così originale ed emblematica che meriterebbe di essere raccontata a parte. La proprietà è della famiglia de Pontac e i vigneti, dopo essere stati completamente estirpati una dozzina di anni prima, sono stati piantati ex-novo nel 1988.
Poco concessivo sul piano aromatico, lascia affiorare gradualmente note di agrumi e zafferano; in bocca ha un ingresso fresco/dolce particolarmente gradevole e uno sviluppo sciolto e slanciato, anche se un pizzico di polpa in più non avrebbe guastato.  – 86

CHÂTEAU RABAUD-PROMIS
31 ettari – 80% semillon, 18% sauvignon, 2% muscadelle
Proprietà della famiglia Déjean, è costituita dalla divisione in due parti (Promis e Sigalas) dell’originario Rabaud.
Carico nel colore e intenso nei profumi di miele e confetture di albicocche accompagnati da lievi accenni fungini; in bocca è pieno, succoso, fresco nel finale con risvolti boisé. Non è proprio finissimo ma ha carattere. – 88

CHÂTEAU de RAYNE-VIGNEAU
79 ettari – 80% semillon, 19,5% sauvignon, 0,5% muscadelle
La proprietà, come in molti altri casi, è passata in varie mani; nel secolo scorso era detenuta dal Visconte di Roton, poi è passata a un negociant bordolese, per finire, dal 2004 al 2015, sotto il controllo del Crédit Agricole. Oggi il proprietario è il Trésor du Patrimoine, ovvero un gruppo finanziario. Il terroir di Rayne Vigneau è considerato tra i più pregiati della denominazione.
Al naso prevalgono sensazioni decise di miele, confetture e frutto un po’ cotto; il sapore è pastoso, denso, con un tocco amarognolo nel finale. Vigoroso ma non elegante.  – 87

CHÂTEAU SIGALAS-RABAUD
14 ettari – 85% semillon, 15% sauvignon
La seconda parte di Rabaud è attualmente una proprietà della famiglia Lambert des Granges. I millesimi più recenti hanno evidenziato una significativa crescita qualitativa.
I profumi hanno un carattere floreale con sfumature minerali (idrocarburi); in bocca è soffice, piacevole, lineare, ben disposto, di medio carattere.  – 87

CHÂTEAU SUAU
8 ettari – semillon, muscadelle
Di proprietà della famiglia Biarnes dai primi anni ‘60, propone da sempre un vino piacevole dal buon rapporto qualità-prezzo.
L’assetto aromatico è scomposto, ancora da registrare, ma in bocca rivela ricchezza e un sapore molto dolce, non statico, con sentori affumicati in chiusura.  – 84

CLOS HAUT-PEYRAGUEY
12 ettari – 95% semillon, 5% sauvignon
Posizionato nel punto più alto delle, dolci, colline di Bommes, produce da anni uno dei Sauternes più fini dell’intera denominazione. Posseduto fino al 2012 dalla famiglia Pauly, fa parte oggi delle numerose proprietà bordolesi di Bernard Magrez.
Agrumato e floreale al naso, è sfumato e complesso nei toni aromatici; in bocca affiora un pizzico di alcol ma anche un’eleganza e una dinamica superiori alla media, con finale lungo di limoni canditi.  – 93

Bordeaux, Primeurs 2017 – Aprile 2018

 

Mancavo da Bordeaux da qualche anno e, grazie al gentile invito dell’Union des Grands Crus, sono tornato a respirare un po’ di aria della Gironda e ad assaggiare, of course (che può significare “ovviamente” o “di corsa”, a seconda del punto di vista), in anteprima i vini della vendemmia 2017.

Millesimo complicatissimo per il susseguirsi di eventi atmosferici drammatici a partire dalla terribile gelata del 27 e 28 aprile che ha compromesso, in parte e in alcuni casi del tutto, la raccolta. L’inverno e il resto della primavera hanno fatto registrare temperature medie elevate ma l’estate non è stata tra le più calde, anche se piuttosto secca. Nella prima metà di settembre le piogge sono state progressivamente sempre più copiose per poi lasciare spazio, nella seconda metà del mese, a giornate soleggiate e tiepide.

In buona sostanza l’annata 2017 sembra essere stata particolarmente propizia per i vini bianchi secchi, promettente per i vini dolci, fresca ma generalmente in debito di frutto e maturità per i vini rossi. Nel dettaglio delle varie zone e dei singoli cru, i riscontri, come vedremo nei resoconti che seguiranno nei prossimi giorni, sono certamente più articolati e, perché no, sorprendenti del previsto.

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