L’assaggio dei vini della cantina romagnola Tre Monti, facendo perno sulla qualità della materia prima e sulla precisione tecnica, ha fornito una serie di responsi positivi e coerenti tra loro. Non ci sono quindi chissà quali segreti da svelare. Sul piano stilistico i rossi seguono un percorso che potrei definire convenzionale (molto frutto, molto colore, un po’ di rovere..) ma il tutto è calibrato con una tale misura che riesce a restituire immediata piacevolezza e bevibilità. Siamo palesemente su un fronte del tutto diverso da quello seguito da altri produttori romagnoli che puntano a mettere in risalto i lati più sfumati ed eleganti del sangiovese ma va anche precisato che la Romagna è grande…….continua per gli abbonati
SELEZIONE VINI 2021: NOELIA RICCI
Dopo aver assaggiato i vini di Noelia Ricci e aver “interiormente” assorbito i loro tratti delicati, la loro leggerezza di beva e il senso di una loro presunta – molto presunta – fragilità, il ricordo di quei Sangiovese romagnoli possenti, carichi di colore, di alcol e tannini, diventa proprio sbiadito, figlio di un’altra epoca anche se il genere è tuttora ben presente. D’altro canto non è immediato neanche il paragone con gran parte dei Sangiovese toscani, più “rabbiosi” che sfumati anche nelle versioni più fresche e, restando sullo scivoloso versante dei paralleli tra una zona e l’altra, viene quasi più naturale l’accostamento con il Pinot Noir. Ma, attenzione, non ho detto che Predappio sia diventata un pezzo di Borgogna e il Godenza di Noelia Ricci un Musigny.
Eh no, non l’ho detto assolutamente, per chi mi avete preso?
Per un attimo però, forse, ci ho pensato.
I VINI DI MARTA VALPIANI
Nel rileggere le note degli assaggi dei vini di Marta Valpiani emergono aspetti che poi vanno sempre confrontati con la realtà delle cose: le bottiglie “parlano”, almeno quelle che hanno qualcosa da dire. Ed ecco che nella calda e assolata Romagna mi trovo ad applaudire più i vini bianchi che i rossi e quella che può apparire una contraddizione è in effetti una logica, elementare conseguenza. La Romagna, pur calda e assolata, ha tanti volti e non solo per le varie altitudini delle aree viticole ma soprattutto per le caratteristiche anche radicalmente diverse di suoli e sottosuoli. È quasi ovvio e non sorprendente, pertanto, riscontrare una spontanea convivenza tra frutti ben maturi e acidità vibranti, con la costante presenza di una scia salina che è il vero tratto distintivo sia dei vini bianchi che dei rossi. Il timbro del territorio.
ASSAGGI (MOLTO) SPARSI N. 8
Come enunciato nel titolo, il gruppo di vini recensiti in questa occasione è davvero molto sparso perché raccoglie 6 rossi di denominazioni, o meglio, tipologie diverse e produttori diversi, vale a dire che ho selezionato solo un vino per azienda. In comune hanno il fatto di essere tutti decisamente interessanti e meritevoli di essere segnalati anche se, riuniti insieme, non sono evidentemente confrontabili tra loro.
Due i Chianti Classico – Borgo Scopeto Gran Selezione 2016 e Buondonno, Casavecchia alla Piazza 2018 – ben distinti da annata e tipologia; dalla Romagna proviene il Massicone 2013, uvaggio di cabernet sauvignon e sangiovese, dell’azienda Castelluccio; da Carmignano il sorprendente Barco Reale 2019 del Podere Il Sassolo; da Le Palaie – colline pisane – arriva invece l’uvaggio bordolese Bulizio 2015, per chiudere infine con il Liborio, un Merlot bolgherese prodotto dall’azienda Pietranova.