Bordeaux Primeurs 2017: appunti e chiarimenti – Aprile 2018

 

Qualche appunto “quasi tecnico” sui Bordeaux 2017 

Una caratteristica comune a molti vini rossi del millesimo 2017 a Bordeaux è costituita, almeno dal punto di vista tecnico, dalla scelta di limitare al minimo le operazioni meccaniche di estrazione di tannini, evidentemente non proprio maturi, durante il periodo di macerazione. È stato, pertanto, scarsissimo l’utilizzo di tecniche di rimontaggio e diffuso il ricorso al “vin de presse”, in una misura intorno al 10/12%. In effetti, alla prove di assaggio i migliori rossi bordolesi mostrano tannini già “civilizzati” e un equilibrio complessivo molto soddisfacente, magari a scapito della complessità o del potenziale di longevità (ma non è detto..). Prevalgono, quindi, la freschezza, l’eleganza, la bevibilità, rispetto alla potenza e alla concentrazione. Il che non mi dispiace affatto.

 

Classificazione dei vini assaggiati “en primeur”

A scanso di equivoci, mi sembra doveroso precisare che il voto, in centesimi, è unicamente riferito alle impressioni ricavate al momento dell’assaggio.

Trattandosi di vini ancora in affinamento – barrel sample– è molto probabile che il giudizio assegnato sia destinato a salire nel corso del tempo ma non mi sono comunque lanciato in previsioni futuristiche, del tipo oggi il vino X vale 90 punti, tra due anni sarà a quota 92, tra 8 anni e sei mesi raggiungerà i 95 punti e mezzo. O anche del tipo consumatelo tra il 2020 e il 2032. Fare queste proiezioni non costa niente e, di fronte a chi le prende sul serio, fai pure un figurone. Ma non mi è sembrato proprio il caso..

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