Bolgheri Rosso DOC, prime impressioni sull’annata 2016 – Giugno 2018

 

Come già accennato, l’annata 2016 a Bolgheri presenta caratteristiche molto interessanti, soprattutto se proiettiamo il suo potenziale in termini di equilibrio, personalità, freschezza e integrità del frutto. È una di quelle annate che non offrono una diffusione qualitativa particolarmente omogenea ma che propongono uno stile ben definito e una quantità elevata di vini di punta.

I colori sono sostenuti, meno ossidativi rispetto ai vini dell’annata 2015, l’acidità è in evidenza e il frutto è croccante, né verde né surmaturo, sostenuto ma non soffocato dai tannini, almeno in buona parte dei vini assaggiati.

L’assaggio dei Bolgheri “base” è, tuttavia, solo indicativo; lo stacco tra i migliori e il resto del gruppo è più marcato che in altri millesimi, in virtù di un livello insolitamente elevato nei vini più riusciti di questa tipologia che nel tempo è stata costantemente (e forse sin troppo) subordinata, nelle scelte aziendali, alle etichette più importanti.

Come non apprezzare, quindi, la profondità e la tessitura tannica de Le Pievi di Fabio Motta, l’armonia e la fragranza di frutto del Bolgheri Rosso de Le Macchiole, l’aggraziata morbidezza e l’allungo del sorprendente Adèo di Campo alla Sughera. Senza tralasciare la robusta struttura del Volpolo del Podere Sapaio o la freschezza e la precisione del Bolgheri Rosso di Grattamacco.

La lista dei “buoni” non si esaurisce così rapidamente, potrei continuare con altre note meritevoli ma lascio il resto delle informazioni e dei commenti ai prossimi, ben più dettagliati, resoconti.

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