IL BRUNELLO CARLO MOLINARI

Non ho avuto molte opportunità sino ad ora di assaggiare con continuità il Brunello Molinari Carlo di Marisa Colombo, uno di quei produttori un po’ schivi e nascosti o, almeno, scarsamente vocati nel comunicare il proprio operato.
L’occasione di rimediare in una volta è capitata con una piccola verticale di cinque annate (dal 2007 al 2015) che mi è stata gentilmente messa a disposizione dall’azienda, collocata (come precisamente riportato sul sito sopra segnalato): a mezza collina nel massiccio granitico su cui sorge il paese di Montalcino, sul versante scosceso che guarda la valle dell’Asso. Non distante, aggiungo, da Il Marroneto e Le Chiuse.
Al riscontro del bicchiere i vini sono apparsi omogenei nello stile, di impronta decisamente tradizionale, con sapidità sempre presente unitamente a un’acidità tipica dei Brunello del versante nord-est che assumono, in certe annate, toni di freschezza assimilabile ai più classici sangiovese chiantigiani. Sul piano strettamente qualitativo ho rilevato una certa alternanza di valori tra un’annata e l’altra, una gestione dei “legni” di affinamento probabilmente migliorabile, ma anche una schiettezza nel trasmettere il carattere del territorio e non mistificare la matrice delle diverse vendemmie che rendono il Brunello di Carlo Molinari meritevole di sicura attenzione.
D’altro canto, il raggiungimento di certi punti di finezza espressiva, evidenziati dall’eccellente Riserva 2012, non può essere frutto del caso.

Seguono, per gli abbonati, le note di degustazione.

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