BORDEAUX PRIMEURS 2022: CHÂTEAU FIGEAC

Pervaso dalla voglia di indagare sui misteri del millesimo 2022 ho chiesto anche alla mia gentilissima ospite, Blandine de Brier Manoncourt, di fornirmi la sua versione sull’andamento stagionale a Château Figeac.
L’obiettivo principale di questa annata – ha precisato Madame Blandine sciorinando un italiano assai migliore del mio balbettante francese – era di preservare la freschezza dei suoli e conseguentemente del frutto; le scelte di fondo operate a suo tempo da suo padre Thierry Manoncourt, del quale ha ricordato con passione l’approccio visionario e illuminato, unite all’esperienza acquisita nell’ultimo caloroso decennio dallo staff di vigna e cantina, coordinato come una vera squadra dalla competente guida del direttore Frédéric Faye, hanno permesso, al di là dei pregi innati del territorio, il raggiungimento di un risultato forse inimmaginabile.
D’altro canto è opportuno ribadire, tornando proprio al territorio, che Figeac dispone di numerosi punti a favore che consentono di superare le condizioni climatiche estreme e dei quali per la verità ho già riferito in passato (vedi qui); ma vale la pena ricordare una volta di più la singolarità dei terreni che rendono inimitabile, in tutta la regione bordolese, la proprietà delle sorelle Manoncourt. Un terzo dei vigneti , caso unico sulla riva destra, è infatti riservato al Cabernet Sauvignon che ha trovato un habitat ideale nei suoli totalmente ghiaiosi – con profondità variabili dai 6 agli 8 metri – delle tre piccole collinette (Les Moulins, La Terrasse e L’Enfer) situate all’interno della Tenuta. Il resto, posizionato su terreni argillo-calcarei, è costituito da parti più o meno simili di Merlot e Cabernet Franc. I sottosuoli di argilla blu preservano l’umidità in profondità e i suoi “isolotti” di freschezza distribuiti per 13 ettari tra boschi, stagni e corsi d’acqua, svolgono un ruolo di tampone climatico naturale.
Madame Blandine insiste con fervore nel sottolineare l’importanza della scelta storica, effettuata dal padre, di puntare su portainnesti dalle radici particolarmente capaci di affondare in profondità oltre che sul vantaggio di fare affidamento sulla presenza dei vecchi impianti di vigneto.
La gestione attuale è d’altro canto attentissima a seguire una serie di scelte funzionali allo scopo come le pacciamature, i lavori del suolo ridotti al minimo, la limitazione di cimature, nessuna sfogliatura e via dicendo. La vendemmia, la più precoce di sempre, è iniziata il primo di settembre e la possibilità di utilizzare per il secondo anno le nuovissime attrezzature di cantina – che hanno richiesto investimenti enormi ma non più rimandabili da parte della proprietà – ha consentito di vinificare parcella per parcella, senza uso di solfiti, attraverso un sistema di estrazione dolce dei tannini, con temperature di fermentazione ancora più basse del consueto e senza alcun ricorso a rimontaggi.

Château Figeac svela quindi almeno in parte i segreti dell’annata 2022 e lo fa proponendo un vino fantastico che festeggia nel modo migliore l’ingresso nella ristrettissima élite dei 1er Grand Cru Classé “A”, piazzandosi con disinvoltura e autorevolezza al vertice qualitativo dell’annata.

Le note di degustazione, riservate agli abbonati, sono consultabili qui

Commenta

© 2016 ErGentili - build proudly by Stuwebmakers and Wordpress
contact: info@ernestogentili.
Privacy Policy