VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO 2019

 

Per quanto precoci, le impressioni ricavate alle anteprime di febbraio scorso sono state confermate dagli assaggi di questa estate: la 2019 è stata un’annata decisamente positiva per la Vernaccia di San Gimignano, almeno per quanto riguarda le più semplici versioni “annata” anche se non ci sono motivi per non attendersi riscontri proporzionalmente superiori anche per le future Riserve e Selezioni.

La compattezza qualitativa che emerge dal resoconto è più esplicita di qualsiasi commento. Tuttavia, scendendo nel particolare, è possibile affermare che, sul piano squisitamente tecnico, ogni produttore di San Gimignano ha raggiunto ormai una consapevolezza ben leggibile nei vini confezionati; le variabili sono quindi legate al microclima e alle caratteristiche dei singoli terreni, oltre che all’età delle vigne. Ha indubbiamente un certo peso nel risultato finale la gestione del vigneto che, oggi più che mai, deve arrivare a produrre uve dalle basi strutturali robuste senza uscire fuori dai binari dell’equilibrio tra alcol e acidità, ed è un obiettivo non così facile da raggiungere. È giusto ricordare, infatti, che il vitigno Vernaccia non possiede né un bagaglio di profumi primari paragonabile ad altre varietà bianche, né una particolare predisposizione a mantenere acidità alte; possiede, per contro, un carattere dal fondo minerale (ed è un termine, stavolta, appropriato) che, non a caso, trova nell’ambiente sangimignanese le condizioni ideali per esprimersi. In poche parole, è un vino più da assaporare che da annusare

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