Ancora un “giro” di Brunello di Montalcino 2013, un’annata che non può definirsi grande ma che ha certamente il pregio di non essere noiosa o prevedibile. Sullo scalino più alto del podio sale quasi con prepotenza il Madonna delle Grazie de Il Marroneto, in una versione che mi ha convinto e coinvolto più della celebrata 2010. Al suo fianco gli eccellenti Brunello di Fuligni e Gianni Brunelli, senza tralasciare altre ottime riuscite, come Il Poggione, la Fornacina e Il Bosco di Grazia.
In collaborazione con Claudio Corrieri
FORNACINA
Fruttato nei profumi, concilia l’integrità e la ricchezza del frutto con la presenza del rovere per un insieme tonico, sapido, già godibile anche se con presupposti di crescita nel tempo. – 88/89
FRANCO PACENTI – CANALICCHIO
La iniziale traccia di evoluzione nei profumi è contrastata dalla severità del tannino più che dalla vitalità del frutto; sobrio e composto, mantiene un’apprezzabile dignità. – 85/86
FULIGNI
Aperto ed espressivo nei profumi di ciliegie, violette e spezie, è coerentemente ispirato da altrettanta precisione ed eleganza sul palato da superare agilmente le lievi intrusioni tanniche del finale. – 92/93
GIANNI BRUNELLI – LE CHIUSE DI SOTTO
Generoso e determinato nella spinta propulsiva, è succoso, saporito, soffice al tatto e grintoso nella reazione; il finale, molto lungo, promette un ulteriore crescita nel tempo. – 92/94
GREPPONE MAZZI – RUFFINO
Di stile tradizionale, risente della carenza di frutto e subisce la ruvida presenza dei tannini, pur conservando un carattere e una riconoscibilità aderenti alla tipologia. – 84/85
IL BOSCO DI GRAZIA
Rotondo e piacevole, di buona polpa e succo, è continuo e lineare nello sviluppo, proporzionato nella struttura, sapido anche se non proprio lungo nel finale. – 88/89
IL MARRONETO
Note di frutti rossi di media maturità affiorano nei profumi e sono in linea con una struttura non complessa, più agile che robusta, fresca, piacevolmente equilibrata e calibrata nell’estrazione tannica. – 86/87
IL MARRONETO – Madonna delle Grazie
Una versione davvero “lussuosa” e impressionante del Madonna delle Grazie: un vino intenso, ricco, pieno e nello stesso tempo morbido, elegante, vellutato al tatto, dinamico nello sviluppo, lungo e complesso nel finale. Eccezionale. – 95/97
IL PALAZZONE
Agrumato e balsamico nei profumi, lineare nello sviluppo, di medio peso a centro bocca e un po’ semplice nel finale ma piacevole. – 85/86
IL PARADISO DI MANFREDI
Qualche incertezza emerge al primo approccio olfattivo ma in bocca riesce a evidenziare un carattere interessante e originale; mostra freschezza e buone capacità di rilancio con chiusura appena un po’ ruvida. – 86/88
IL PINO
Non nettissimo al naso e semplice sul palato dove si dispiega con una certa disinvoltura, per chiudere però rapidamente sulle note dolci del rovere. – 83/85
IL POGGIOLO
Pulito, preciso, ordinato, privo sia di impennate che di flessioni, è equilibrato, piacevole, ben fatto. – 87/88
IL POGGIOLO – Bionasega
Sovraestratto con una presenza di rovere non certo timida, ha uno sviluppo impacciato e, almeno al momento, non del tutto godibile; la permanenza in bottiglia potrà bilanciarlo maggiormente. – 82/84
IL POGGIOLO – Terra Rossa
Terroso nei profumi, è grintoso sul palato, con tannini incisivi e una decisa componente sapida in evidenza; non brilla per finezza ma non manca di carattere. – 85/87
IL POGGIONE
Profumi da sangiovese di zona calda, con note di terra, alloro, rosmarino, liquirizia; in bocca l’attacco è potente, si allarga e subito si ricompone trovando l’assetto giusto verso un finale pulito e composto. – 88/90
LA FIORITA
Le lievi incertezze olfattive e un impatto sul palato leggermente scomposto, sono parzialmente compensati da un finale tonico, saporito, anche se di media gittata. – 84/85
LA FORNACE
È intenso nel colore e nei profumi dal timbro fruttato giovanile; la dose sostenuta di rovere è ben avvertibile sul palato e rende confusa la riconoscibilità più che alterare l’equilibrio del vino, che mantiene una buona compostezza. – 84/85
LA FORNACE – Origini
Robusto, concentrato, non tradizionale come stile, è grintoso, sapido, supportato dal rovere; la permanenza in bottiglia può favorire il raggiungimento dei giusti equilibri. – 86/88