I VINI di CASTELLARE DI CASTELLINA

 

Credo sia la prima volta, in tanti anni che assaggio i vini di Castellare, che resto così colpito dal merlot in purezza Poggio ai Merli. Solitamente sono i vini a base di sangiovese, dai Chianti Classico a I Sodi di San Niccolò, a dettare legge nella gerarchia qualitativa dei vini dell’azienda di Castellina in Chianti, ma il fatto che già lo scorso anno sia rimasto abbagliato dalla sorprendente versione 2015 del cabernet sauvignon Coniale costituisce un precedente quasi preoccupante. Ma dopo una rapida verifica su altri assaggi di vini derivanti da uve bordolesi, Bolgheri compreso, effettuati quest’anno, posso confermare che è ancora il sangiovese a darmi le maggiori emozioni. Non ci sono dubbi.

Ciò non toglie che, non mi stancherò mai di dirlo, non si debbano giudicare i vini in base a pregiudizi relativi a tipologie, vitigni, zone di produzione, fama dei produttori, metodi di vinificazione e affinamento, mode del momento e via dicendo.

Nel caso dei vini di Castellare, un ruolo decisivo lo hanno giocato le diverse annate presentate per cui non c’è da stupirsi se, per una volta, le pur buone Riserve di Chianti Classico 2017 si siano fatte scavalcare dal Coniale 2016 e dal Poggio dei Merli 2018.

Una cornice a parte, seppur già ottimo, la merita invece I Sodi di San Niccolò che ha dalla sua un’annata importante come la 2016 ma che, proprio per la sua maggiore complessità, necessita di tempi di sviluppo più ampi rispetto alla prontezza innata di un merlot. Mi riprometto, quindi, di testarlo nuovamente tra qualche mese.

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