LE VERTICALI: CHIANTI CLASSICO RISERVA NITTARDI

Premetto che sono molto affezionato a Nittardi e ai suoi fondatori, Stefania Canali e Peter Femfert, che conosco e stimo da tempo. Una stima che è addirittura aumentata dopo aver visto l’impegno e la passione che sono riusciti a trasmettere al figlio Léon nella conduzione, ormai a lui demandata, della proprietà familiare.
Non è la prima volta che provo in “verticale” il Chianti Classico Riserva prodotto dalla Fattoria di Nittardi. Nel volume Grandi Vini di Toscana ho pubblicato la recensione di alcune annate di nuovo presenti in questa occasione come la 1997, la 1999, la 2004 e la 2010. A queste quattro storiche bottiglie, Léon Femfert ha voluto aggiungerne altre quattro che certificano le evoluzioni più recenti del vino di punta dell’azienda di Castellina in Chianti.
Le verticali (al di là dei riscontri qualitativi) hanno principalmente un duplice scopo, da un lato fanno il punto sugli sviluppi stilistici del vino esaminato, dall’altro rappresentano un indicatore affidabile della sua tenuta nel tempo.
Per quanto riguarda il primo aspetto debbo osservare che la Riserva di Nittardi ha seguito un tragitto lineare e coerente, con uno stile personale, poco aderente alla schiera dei tradizionali. L’uvaggio, almeno fino al 2019, ha sempre visto, a supporto della quota dominante di Sangiovese, una presenza di Merlot quantificabile in poco più del 5%, poco ma sufficiente per dotare il vino di maggiore pienezza e densità di frutto. Con l’annata 2020 la Riserva è diventata Gran Selezione e, come da disciplinare, è stata ricavata da uve sangiovese in purezza rinunciando all’apporto del Merlot; conseguentemente anche l’affinamento ha registrato un cambiamento sostanziale, passando dalla barrique a un mix tra tonneaux e botte grande.
La verifica sulla tenuta nel tempo e, conseguentemente, sul potenziale di longevità del vino offre in realtà i riscontri più convincenti e attendibili. La “Riserva” di Nittardi con gli anni guadagna costantemente in armonia e personalità senza corrompere l’entità e la nitidezza del frutto, come ampiamente dimostrato dalla splendida riuscita delle annate 1997 e 1999.

Le note di degustazione sono consultabili qui, in area abbonati.

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