Gran Selezione o Gran Confusione?

È notizia recentissima la decisione del Consorzio del vino CHIANTI docg di modificare il proprio disciplinare di produzione con l’aggiunta della tipologia Gran Selezione, già in vigore per i vini del Chianti Classico, il cui Consorzio ha immediatamente e stizzosamente reagito esprimendo la propria totale contrarietà a tale mossa ritenuta, a buona ragione, decisamente scorretta.

Tutto è nato con il Regio Decreto del 1932 che autorizzò la produzione di vino Chianti in una larga parte del territorio regionale, ben al di là dei confini della vera area chiantigiana. Il misfatto, vero o presunto, venne completato con la possibilità, e la conseguente concessione (con effetti boomerang), di chiamare Classico il Chianti prodotto nel..Chianti.

È buona regola che il nome di un vino, di un’azienda e ancora più di una denominazione, sia unico e inconfondibile con altri. Barolo, Pauillac, Chambertin, Taurasi sono esempi di denominazioni che non duplicano il nome di altre e non ne sono duplicate.

Dalla loro nascita, invece, Chianti e Chianti Classico condividono il loro nome, con effetti di totale confusione per il consumatore finale e il mercato in senso generale. Oltretutto, quando una denominazione è composta da due o più parole si tende abitualmente, almeno nelle normali conversazioni, ad abbreviarle, per cui quando diciamo Brunello non è necessario specificare “di Montalcino” per farsi capire. Nel caso del Chianti bisogna sempre, anche un po’ faticosamente, aggiungere Classico. Ma non possiamo dire solo Classico, perché è un aggettivo, usato tra l’altro da altre denominazioni (Amarone della Valpolicella, Soave, Verdicchio etc..), nelle vesti scomode di un sostantivo. Quindi se io dico questo vino è un Montalcino non è chiaro se intendo un Rosso o un Brunello ma siamo lì e si va poco lontano. Ma se dico è un Classico, è come non avessi detto niente.

Ma a dare una sterzata a una situazione ingabbiata da lungo tempo, alcuni anni fa fu ideata una tipologia nuova e non replicata da nessun’altra denominazione: la Gran Selezione! Solo il Chianti Classico ha la Gran Selezione!

Ora si scopre che i simpaticissimi cugini del Chianti docg vogliono appropriarsene. Senza reclamarne l’esclusività, per carità, in fondo sempre cugini sono. Ma d’altra parte pretendere l’esclusiva nell’uso di un termine comune, almeno che non sia un marchio registrato, non è così facile, neanche per chi lo aveva usato per primo. Strano che nessuno ci avesse pensato prima di adottarlo. Specialmente dopo le esperienze scaturite dall’inghippo storico del nome in comune e dall’infelice vertenza con la Gallo Winery di alcuni decenni fa.

Certo che l’affare è complesso, si preannunciano battaglie politiche e addirittura legali che generalmente non portano vantaggi a nessuno.

Un bel pasticcio, dove, con una buona dose di ottimismo che non guasta mai, si può intravedere uno spiraglio favorevole, un piccolo sbocco, una via d’uscita: che sia l’occasione per dare una buona volta un’accelerata al processo di valorizzazione delle cosiddette “Menzioni geografiche”. Ricordando, magari, di scrivere sul disciplinare che nessuno possa usare il nome di Panzano, Radda o Gaiole senza avere vigneti in quei luoghi.

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