Il mistero dell’acqua e la verticale del Vigna Bastignano di Villa Calcinaia

La suddivisione in parcelle dei vigneti di Villa Calcinaia a Greve in Chianti è iniziata diffusamente agli inizi del secolo e Vigna Bastignano non è soltanto il primo cru aziendale – Chianti Classico Gran Selezione – ad esordire sul mercato ma è anche indiscutibilmente il vigneto di sangiovese che dà origine al vino più completo e rappresentativo della storica proprietà dei Conti Capponi. Piantato nel 2004 nella forma definita “Alberello di Lamole” a un’altitudine di 280/300 metri, con esposizione a est, sud/est, su terreni composti per il 43% da limo, per il 32% da sabbia e per il restante 25% da argilla, si è sorprendentemente distinto da subito per la struttura robusta ma non aggressiva e il buon equilibrio complessivo.
Credo che a questo punto chiunque legga queste informazioni, noiosamente simili nella forma – altitudine, esposizione, composizione dei terreni – a quelle riportate su molte pubblicazioni dedicate al vino (guide, annuari, comunicati stampa etc..) possa chiedersi cosa sarebbe cambiato se invece del 43 di limo ce ne fosse stato un 39%. Domanda più che legittima anche perché, come sottolineava Pierre Casamayor in un articolo apparso sulla Revue du Vin de France verso la fine del secolo scorso (ormai scandisco il tempo a secoli), anche i terreni della Borgogna hanno certamente una vocazione naturale per la coltivazione della vite ma la loro pur articolata struttura non possiede in fondo caratteristiche così straordinarie e inimitabili. Che cosa, in realtà, li ha resi tali? Semplice, l’acqua. L’acqua che nutre e dà vita. L’acqua corrente e non stagnante, che darebbe l’effetto opposto, la cui velocità di scorrimento nel sottosuolo è determinante e dipende dalla composizione del terreno, dalla pendenza, dalla vicinanza di altri corsi d’acqua di dimensioni maggiori. Ecco allora che le percentuali di limo, sabbia e argilla acquistano un senso e la contemporanea presenza accertata di piccole vene acquifere, attratte ( e velocizzate) dal fiume Greve a fondo valle, giustificano e chiariscono i singolari pregi, da vero cru, della Vigna Bastignano che non soffre la sete nelle stagioni aride e non beve mai troppo in quelle umide.
Una vigna così giovane e già così espressiva, come spiego più dettagliatamente qui, in zona abbonati, negli appunti della verticale di otto annate effettuata lo scorso mese di febbraio presso i locali dell’Osteria Gucci a Firenze.

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