BORDEAUX PRIMEURS 2022: CHÂTEAU LÉOVILLE LAS CASES

Dei quasi 100 ettari complessivi di vigneto dello Château più della metà sono racchiusi nei confini del Clos di Las Cases e ancora oggi sono suddivisi nelle stesse numerose parcelle dai caratteri ben distinti, come si vede anche nella vecchia mappa del 1901, quando la proprietà (oggi siamo alla quinta generazione della famiglia Delon) era ancora di Théophile Skawinski, il primo in effetti a separare le vigne situate sul lato che affianca la Gironda – a destra della strada D2 provenendo da Bordeaux – da quelle a sinistra che costituiranno il futuro Clos du Marquis che in effetti non è il secondo vino ma “l’altro” vino di Las Cases. Il secondo vino, ottenuto dalle masse scartate di entrambi, è infatti Le Petit Lion: uno “scarto” (tutto è relativo) che vorrei bere ogni giorno. Gran parte dei vigneti, come dicevo, sono nel cuore dell’azienda, costeggiano la Gironda e sono separati da quelli di Latour, dall’Enclos di Latour per la precisione, da un piccolo ruscello. Non è un caso evidentemente che quest’anno nel Médoc, a partire proprio da Las Cases, nessuna vigna disposta sulla linea costiera, nell’ordine: Las Cases, Latour, Pichon Comtesse, Haut-Bages Libéral fino a salire a Montrose ha dato risultati meno che eccellenti.

Deuxième cru stabilito dalla famosa classificazione del 1855, Château Léoville Las Cases sarebbe probabilmente in prima fila per salire di grado se oggi ci fosse una revisione della vecchia graduatoria. Ma, in ogni caso nessuno può togliere a Las Cases il grande prestigio che si è guadagnato nel tempo mettendo a segno una serie infinita di annate di alto livello.

Tuttavia con il millesimo 2022 la definizione “alto livello” diventa persino limitativa e forse inadeguata: si tratta infatti di un vino semplicemente sbalorditivo per un’annata da favola che rende giustamente orgoglioso il capo enologo, o chef de cave se vi piace, vale a dire il bravissimo Umberto Marino (dalla Sicilia alla Gironda..), che pensa e spera possa restare scolpita a lungo negli annali dello Château. Ed è difficile dargli torto, visto che personalmente faccio fatica a ricordare in questa fase un Las Cases così convincente ed espressivo. Dotato di una grana tannica finissima e di una profondità entusiasmante, profumatissimo e dalla progressione incalzante, è davvero un grandissimo vino.
Per ora la chiudo qui anche perché non riesco a non aggiungere “issimo” a qualsiasi aggettivo che mi viene a mente e finirei per rendere annoiatissimo anche il lettore più tenace.

Le note degli assaggi effettuati durante la visita a Las Cases sono consultabil qui, nello spazio riservato agli abbonati.

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