SELEZIONE VINI 2021: CASTELLO DI MONSANTO

Credo sia la prima volta che mi trovo a registrare note più lusinghiere per il Sangioveto Grosso Fabrizio Bianchi che per un grande classico chiantigiano come è Il Poggio del Castello di Monsanto anche in considerazione delle annate – rispettivamente 2017 e 2016 – che, sempre sulla carta, avrebbero dovuto segnare un netto divario a favore de Il Poggio. Ma con il vino, e con i misteri che si annidano in ogni singola bottiglia, le sorprese sono sempre dietro l’angolo. Fortunatamente aggiungo, perché, se i pronostici fossero sempre rispettati, svanirebbe la scoperta che ogni assaggio riserba e tutto sarebbe noiosamente già scritto in precedenza. Come leggere questo risultato che pubblico dopo avere riprovato, a distanza di qualche mese, una bottiglia supplementare? È dipeso da una prova straordinaria del primo o da una deludente del secondo vino citato? La risposta non è drastica, quindi niente di straordinario e niente di deludente, ma credo che Il Poggio abbia più carte da giocare a suo favore in prospettiva e il fatto che al secondo giro di assaggi la distanza tra i due vini si fosse già praticamente colmata lascia molti indizi in direzione di questa ipotesi.

Seguono, per gli abbonati, le note di degustazione.

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